Riceviamo e pubblichiamo:
Con le elezioni 2018 in Italia tornano a parlare i Verdi. La cosa che più tristemente ci rammarica è che i partiti diano ascolto a voci che i cittadini hanno più volte bocciato in passato, relegandoli in percentuali dello “0,..” perché mai hanno creduto a partiti monotematici, basati solo sull’ideologia, la creazione di problematiche inesistenti e la falsificazione della realtà. Anche in questa occasione, spingendo per il ritiro di un emendamento di riforma alla legge sulla caccia 157/92, di fronte a una esigenza di pubblica sicurezza e del mondo agricolo in difficoltà per un sempre più evidente squilibrio faunistico e di fronte alla necessità di un aggiornamento della normativa per meglio contrastare il fenomeno del proliferare di specie dannose, i Verdi gioiscono dell’incapacità del Governo di affrontare il problema.
Speriamo che gli italiani di nuovo non si facciano coinvolgere da partiti e personaggi il cui unico vero interesse non è l’ambiente, ma salvare la propria specie.
Definire la modifica degli articoli 12 e 19 della 157/92 un emendamento finalizzato ad autorizzare abbattimenti senza limiti, addirittura “caccia selvaggia”, tale da privare l’attività venatoria di ogni regolamentazione significa voler distorcere la realtà e confondere esigenze di interesse pubblico generale con preconcetti di dubbia onestà intellettuale solo per aspirare a demagogici consensi politici.
L’esuberante crescita di ungulati e altre specie che ormai sono arrivati a passeggiare per le vie centrali di paesi e città, a partire dalla Capitale, ha posto e pone in pericolo la sicurezza di tutti, rappresentando un gravissimo rischio per persone – ultimo esempio, tragico, la morte di un bambino di 4 anni in provincia di Arezzo a causa di un capriolo – e cose, provocando danni che, solo nell’ultimo anno, sono stati stimati in oltre 100 milioni di Euro. Non si tratta dunque solo di una questione di (insostenibili) risarcimenti danni e indennizzi per le (depauperate) casse pubbliche, ma di un vero e proprio flagello, di cui gli agricoltori per primi pagano il conto.
Lo stesso Corpo Forestale dello Stato, oggi confluito nell’Arma dei Carabinieri - Nucleo Ambientale già nel 2015 aveva lanciato un allarme lamentando la carenza di una effettiva cognizione e presa d’atto della reale dimensione del fenomeno e dei rischi del suo esponenziale espandersi.
Solo i Verdi, dunque, e quei partiti che per calcolo elettorale ne appoggiano le idee, cui si vanno a sommare coloro ai quali, per i più diversi interessi, sta bene che le cose restino uguali, vogliono pervicacemente ignorare la realtà – che così come è non può andare bene ed è fonte di tensioni sociali nel Paese – e la necessità di un intervento statale per concedere alle Regioni la possibilità di far fronte efficacemente a questa emergenza anche con facoltà (e non obbligo) di ricorrere all’ausilio di cacciatori previamente formati chiamati a integrare le davvero esigue e sicuramente insufficienti risorse umane ed economiche di cui oggi dispone la P.A.
Interventi di controllo e di attuazione di piani di abbattimento che con l’esercizio venatorio nulla hanno a che spartire rappresentando, infatti, forme straordinarie di interventi di pubblica sicurezza al solo scopo di preservare persone e cose e di evitare danni di cui è praticamente impossibile per i privati ottenere un effettivo risarcimento.
Dunque emendamento di assoluto buon senso finalizzato non già a consentire una “caccia selvaggia” priva di qualsiasi regolamentazione, ma risposta a una realtà che è sotto gli occhi di tutti e che sta assumendo i connotati di una vera situazione emergenziale ignorata solo da chi pregiudizialmente si rifiuta di cogliere le esigenze della collettività e in particolare quelle dell’intero mondo agricolo.
In altri Stati europei il contenimento faunistico è uno strumento utilizzato normalmente per la prevenzione degli incidenti stradali e dei danni all’agricoltura e non causa ideologiche contrapposizioni sociali. Pretendere nell’interesse generale una legge sulla gestione faunistica basata sui fatti e degna di un Paese europeo, dunque, non è “caccia selvaggia”.
ANLC, ANUUMigratoristi, ARCI Caccia, Enalcaccia, EPS, Federcaccia, Italcaccia
Testo dell’emendamento ammesso e successivamente ritirato