Assodata la presenza di un consistente numero di cinghiali stanziali a ridosso di un'area abitata, il Comune di Sassuolo, di concerto con la Polizia Provinciale ha predisposto un piano di controllo della specie con l'obbiettivo di ridurne il numero lungo la fascia fluviale del Fiume Secchia e risolvere il problema della loro stanzialità in quest’area.
Dal 4 gennaio, questa la data di inizio degli abbattimenti, prenderanno parte alle battute anche i cacciatori abilitati iscritti all'Atc Mo2. Il Piano, specificano le autorità, rientra nell’ambito delle attività previste e disciplinate dalla Delibera di Giunta Provinciale n.36/2014, che norma i piani di controllo secondo le direttive ISPRA e il Piano faunistico venatorio.
Dopo le segnalazioni diversi incidenti stradali, la Polizia provinciale su richiesta del Comune si è attivata, monitorando la situazione nell'ultimo anno e attuando, in collaborazione con i cacciatori locali dell’ATC MO2, ogni utile intervento preventivo, in particolare l’adozione di sostanze repellenti, al fine di allontanare gli animali dall’area urbana e dalla viabilità principale. Ma tali interventi, riproposti ciclicamente in vari periodi dell'anno, non hanno sortito gli effetti sperati, tanto che, addirittura le segnalazioni degli automobilisti sono aumentate.
Ma il pericolo reale per la pubblica incolumità, e l'evidenza che le autorità le hanno provate davvero tutte prima di procedere agli abbattimenti, non fermano le proteste animaliste. La Lav ha inviato una diffida al comandante della Polizia Provinciale di Modena e al Sindaco di Sassuolo, segnalando violazioni alle norme regionali e nazionali, che, scrivono dalla Lav “comporterebbero l’incriminazione dei responsabili per uccisione di animali non necessitata, ai sensi dell’art.544 bis del Codice Penale”.
In particolare la Lav contesta il coinvolgimento dei cacciatori. “Infatti gli atti amministrativi che consentirebbero l’intervento dei cacciatori - si legge nella nota Lav -, fanno riferimento alla vecchia legge regionale che delegava alle province la responsabilità dell’adozione dei cosiddetti “Piani di controllo”. Ma da febbraio 2016 la competenza è passata in capo alla Regione, quindi ogni intervento eseguito in osservanza di disposizioni oramai superate costituisce un vero e proprio atto di bracconaggio che comporta la violazione del Codice Penale".
Dal 4 di gennaio gli attivisti Lav saranno presenti sul luogo degli abbattimenti, per raccogliere informazioni sui cacciatori che prenderanno parte alle battute. “Siamo pronti a denunciare chiunque dovesse rendersi responsabile anche solo del ferimento di un cinghiale – conclude Vitturi-".