A seguito della pubblicazione sul bollettino ufficiale regionale della nuova legge sulla caccia approvata in Puglia, le regionali Italia Nostra e Lipu commentano: “se da un lato emerge una pacata soddisfazione degli ambientalisti per aver conseguito un argine a pericolose prospettive di deriva venatoria – scrivono le due associazioni - , per altri versi si devono stigmatizzare alcuni aspetti negativi che rischiano addirittura di agevolare la caccia di frodo”.
“Tra i punti controversi, ad esempio, non si prevede di annotare con immediatezza sul tesserino i capi dopo l’abbattimento (lasciando questa possibile prescrizione solo al calendario venatorio). Si intuisce quanto grave possa essere tale opzione: confidando nella mancanza di controllo il cacciatore sarebbe agevolato nell’evitare completamente l’annotazione sul tesserino.
Ancor più grave la previsione per cui “….Costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto all’abbattimento …. con armi pronte per l’uso e cariche.”. Secondo questa legge quindi l’atteggiamento venatorio si configura SOLO con armi pronte all’uso e cariche !
Sul piano dei controlli, tale definizione consente ai bracconieri di farla franca, oltre che essere in palese contrasto con la Legge quadro nazionale e sovraordinata (L.157/92). Infatti, per NON configurare un atteggiamento di caccia l’arma dovrebbe essere anche custodita nel fodero oltre che scarica. Paradossalmente, ad esempio, non si configurerebbe un atteggiamento di caccia dopo l’immediato utilizzo di un’arma, proprio perché scarica!
Questi ed altri aspetti critici – come ad esempio la possibilità di abbattimento di specie domestiche (contemplata in una legge riguarda la “fauna selvatica”), o l’obbligo in capo alle guardie volontarie di fornire i verbali di notizie di reato alla Amministrazione regionale, invece che ai soli organi di PG, ecc – sono oggetto di preoccupazione di Italia Nostra, LIPU e WWF che si riservano di adottare azioni specifiche.
Intanto - chiude la nota delle associazioni - la partita venatoria in Puglia si sposta sul Piano Faunistico Venatorio, fondamentale strumento di programmazione delle risorse faunistiche, il cui procedimento di valutazione e approvazione però sembra essere caduto in letargo. Evidentemente per non assoggettare nemmeno l’annata venatoria 2017-2018 al nuovo Piano!".
Vai al testo della Legge regionale 59 del 20 dicembre pubblicata sul Bur