A proposito di abbattimenti nelle aree protette toscane, per cui in questi giorni stanno partendo i corsi rivolti ai cacciatori (almeno per le province di Siena ed Arezzo), il Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli risponde al problema fauna mettendo invece mano al bilancio. Dovendo rispondere rispondere alle proteste degli agricoltori per la massiccia presenza di cinghiali, dopo ben sei anni dall'ultima volta il Parco ha stanziato 70 mila euro per pagare i danni. A questa operazione si è affiancato un nuovo piano operativo per controllare il numero di cinghiali e di daini, che però sarà però attuato esclusivamente dal personale dell'ente Parco, e da quello di ditte esterne, a carico quindi dell'ente.
Da un articolo del Tirreno si apprende infatti che lo scorso mese è stato approvato il “Programma dell’attività di gestione degli ungulati 2017/2018”, lo strumento per la gestione della popolazione di cinghiali e daini che prevede, entro la fine del 2018, una riduzione di oltre 3.000 daini e di circa 485 cinghiali.
L’obiettivo è di limitare il "progressivo incremento numerico della fauna ungulata - si legge nel programma - che crea situazioni locali di conflitto, a volte difficilmente sostenibile da un punto di vista economico e sociale, legate al forte impatto che queste specie possono esercitare sull’ambiente e sulle attività antropiche" (in particolare danni alle colture e incidenti stradali) raggiungendo "densità ecocompatibili delle popolazioni di daino e cinghiale in tutte le aree del Parco" attraverso un piano quinquennale. Per realizzarlo, il territorio del Parco è stato suddiviso in otto sub-aree, separate da confini naturali ed artificiali.