Anche in Trentino sia allungata la caccia ai tordi. E' quanto chiede Roberto Paccher, presidente dell'Associazione Ornitologica Capannisti Trentini, settoriale dell’ACT, alcuni giorni fa scriveva: "ieri, a differenza delle altre regioni d’Italia dove l’attività venatoria è consentita fino a fine gennaio, per i cacciatori Trentini è stato l’ultimo giorno di caccia. Nella nostra Provincia infatti, per una incomprensibile e ingiustificata decisione del suo assessorato, la stagione venatoria chiude in anticipo, accorciando i giorni di caccia rispetto allo scorso anno e alle altre regioni, dove invece si va a caccia regolarmente fino a fine mese. Per non parlare poi degli altri Stati dell’Unione Europea dove la caccia alle specie migratone prosegue anche nel mese di febbraio".
Tale decisione, secondo Paccher "è ancora più grave se si considera che l’Ispra (che è spesso stato utilizzato per giustificare restrizioni sulla caccia) quest’anno ha rivisto le stime sulla migrazione pre-nuziale dando indicazioni alle regioni di poter prolungare la caccia alla cesena e al tordo sassello di ulteriori 10 giorni. C’erano quindi tutte le condizioni per un prolungamento della stagione venatoria, ma al contrario è stato invece deciso di accorciarla, con un provvedimento che va a ledere i diritti dei cacciatori, che a fronte di un periodo di caccia più breve, pagano il costo della licenza invariato, oltretutto circa il triplo della media delle altre regioni".
Pacher, a nome di 1300 capannisti, chiede all'assessore "di voler prevedere nel calendario venatorio della stagione 2018/2019, che sarà approvato nei prossimi mesi, il prolungamento della caccia alla cesena e al tordo sassello almeno fino al 30 di gennaio". E, se questa richiesta non fosse recepita, dice, "intraprenderemo ogni atto, compreso quello di impugnare l’intero calendario venatorio, per tutelare i diritti di chi esercita la caccia al capanno".
Altra critica all'amministrazione provinciale sono i ritardi sull'adeguamento delle dimensioni dei capanni da parte della Provincia. "Purtroppo - conclude Paccher - sembra che quando si tratta di fare provvedimenti restrittivi non si perda tempo, mentre per le concessioni ai cacciatori si ha l’impressione che si cerchino tutti i pretesti per procrastinarne i tempi o addirittura per non approvarle".
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