Un manifesto per l’Italia, il paesaggio, l’ambiente e la ruralità quello redatto in maniera unitaria dalle Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCI Caccia, Enalcaccia, Ente Produttori Selvaggina, Federazione Italiana della Caccia, Italcaccia), rappresentanti sostanzialmente l’intera totalità delle centinaia di migliaia di praticanti la caccia in Italia, e il Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN), riunite nella “Cabina di regia unitaria del mondo venatorio - Caccia, Ambiente, Ruralità” .
Così le rappresentanti dei cacciatori scendono in campo affinché la politica riconosca che ambiente e agricoltura non possano fare a meno dell’attività venatoria, dei cacciatori al “servizio” della gestione delle specie selvatiche nelle campagne e nei boschi della nostra penisola. Per fare questo, dicono le firmatarie, occorre correggere la distorsione della realtà e dei ruoli causata dalla manipolazione animalista integralista.
“L’attività venatoria coinvolge migliaia e migliaia di donne e uomini impegnati nelle campagne, nella gestione diretta di governo della fauna, nel controllo delle aree protette, nella vigilanza antibracconaggio” si legge nel manifesto, che punta a rimettere al centro dell'agenda politica un tema, quello della caccia, che vale oltre mezzo punto percentuale di Pil.
“La “caccia” - si legge ancora nel manifesto - è tradizione, cultura, attività sociale, produttiva di ambiente, di vita, di fauna selvatica. I cacciatori, fortemente radicati in tutto il territorio agro silvo pastorale, sono impegnati attraverso i propri organismi ad agire per il bene comune sia nella conduzione, nella tutela e nella valorizzazione del territorio a caccia programmata – il 70% della superficie italiana – sia attraverso gli istituti privati, a loro volta fonte di economia e gestione ambientale. La nostra richiesta è che questa realtà oggettiva trovi riconoscimento nei programmi delle coalizioni per il futuro impegno legislativo di Parlamento e Governo, anche ripristinando condizioni di pari diritto di ascolto e confronto delle Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute dalla legge, superando il discrimine accolto dalla “politica nazionale” accettando l’atteggiamento integralista che fa comodo a un animalismo che teme il confronto e che, lo ripetiamo, concretizza la sua ragione di esistere sostanzialmente nella lotta alla caccia”.
"Nel lavoro di sensibilizzazione in essere per un voto consapevole ed informato degli italiani - si legge nella conclusione - , valuteremo i programmi delle coalizioni per i contenuti su questi temi che, auspichiamo, non contraddittori, come invece ad oggi si rappresentano".
Vai al Manifesto