Sulla questione cinghiali in Umbria, dopo la posizione di Buconi (e la presa di posizione di Regione Umbria) contro l'esposto di Wwf (dal coordinatore regionale Sauro Presenzini) alle varie procure, emergono nuovi elementi. Federcaccia Umbria ha chiesto infatti alle istituzioni tutte, Regione, Prefetture e Procure, una precisa e chiara posizione in merito, cioè, sulla possibilità o meno di effettuare questi contenimenti.
Come già fatto anche a Brescia, Fidc tira i remi in barca, richiamando tutti i cacciatori. "Fino a quando qualcuno non ci dirà che i cacciatori non vanno incontro ad infrazioni amministrative né tanto meno penali, consiglieremo ai nostri associati di non partecipare più a qualsiasi forma di contenimento della specie cinghiale. Ci si rivolga quindi al Wwf o ad altre associazioni animaliste che, sicuramente, metteranno in atto interventi di contenimento molto più efficaci e certamente possiedono anche le somme necessarie per far fronte al risarcimento dei danni nei confronti degli agricoltori. Appare infine obsoleto che tutto questo arrivi in un momento particolare. A breve, infatti, ci saranno le politiche nazionali e non vorremmo che questo sia un modo per qualcuno di farsi campagna elettorale (vedasi recenti comunicati stampa con indicati i possibili candidati) e viene spontaneo domandarsi come mai, dal 1994, data in cui è stata approvata la Legge Regionale Umbra che disciplina l'attività venatoria, il Wwf non abbia mai detto nulla".
Wwf continuerà intanto a denunciare i cacciatori con le sue guardie sparse sul territorio. Intanto, per esempio, si apprende che a Giove, comune in provincia di Terni, è stata appena firmata una convenzione con il Wwf per il servizio di vigilanza e controllo del territorio, finalizzato alla prevenzione e repressione delle infrazioni a leggi e regolamenti riguardante la difesa del patrimonio zootecnico e faunistico ed alla protezione degli/dagli animali.