"Non appena abbiamo appreso la notizia del ferimento del falco pescatore Agrippa, avvenuto lo scorso 21 gennaio, siamo stati pervasi da un profondo dispiacere, accompagnato da un forte sentimento di rabbia e delusione".
A parlare è Francesco Rustici, presidente dell'associazione venatoria ARCT (Associazione Regionale Cacciatori Toscani) e originario proprio del capoluogo grossetano che ha dato i natali, nel maggio 2017, ad Agrippa ed ai suoi fratelli. "Siamo di fronte, ancora una volta, ad un episodio da perseguire e condannare, soprattutto da parte della categoria dei cacciatori" – afferma Rustici.
"Condivido le parole del presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, che con intelligenza ha saputo discernere le responsabilità riservando al mondo venatorio parole misurate e positivamente provocatorie".
"Si è trattato – continua Rustici – di un episodio di bracconaggio, di un comportamento che non ha nulla a che vedere con il mondo della caccia e dei cacciatori: un delinquente armato sotto mentite spoglie che si è macchiato, oltre che di un reato penale, anche di un atteggiamento immorale". "Perchè – insiste Rustici – ogni cacciatore sa riconoscere con una rapida occhiata il tipo di selvatico che si trova di fronte ed è molto difficile, parlando onestamente, che nel caso di Agrippa si sia trattato di un incidente. Un simile comportamento scellerato non solo getta fango sull'intera categoria, ma perpetra anche un danno ambientale notevole: un progetto come quello del falco pescatore, curato con dedizione nella nostra Diaccia Botrona, è stato messo a rischio in un attimo dalla fucilata di un deficiente".
"Mi auguro – conclude Rustici – che il responsabile venga individuato e perseguito e sollecito tutti gli amici cacciatori a contribuire attivamente affinché questo possa realizzarsi quanto prima".