Assodata la posizione antiarmi di Luigi Di Maio, candidato premier per i grillini, che pochi giorni fa ha tenuto a ribadire la volontà sua e del suo partito di togliere le armi da fuoco regolarmente detenute dalle case degli italiani, occorre fare mente locale anche sulle posizioni dichiaratamente anticaccia espresse oltre che dai fondatori del movimento, ovvero Grillo "speriamo di mettere presto in soffitta le doppiette" e Casaleggio (che sognava cacciatori nudi per i boschi bersagliati da pallettoni di sale), anche da numerosi esponenti pentastellati.
Il programma per questa tornata elettorale del Movimento 5 Stelle intanto, segnala che "la protezione della fauna e dell'ambiente nel nostro Paese è stata carente e lacunosa, esponendoci spesso a costose procedure di infrazione". Tra le priorità definite, per ora si legge "l'applicazione del Piano nazionale antibracconaggio".
Tanto per schiarirci le idee sull'attività parlamentare sull'argomento: non più di un mese fa, la deputata Chiara Gagnarli, membro della Commissione Agricoltura, scriveva: "I cacciatori continuano a sparare indisturbati in tutta Italia, in barba alle leggi italiane e internazionali. Ma come si è creato negli anni questo vero e proprio Far west nel nostro Paese? Con l'assenza di regole, ovvero con l'assenza dello Stato legata al susseguirsi di Governi che, come quello attuale, con il loro immobilismo non hanno mai garantito il rispetto delle norme". Secondo la Gagnarli - e sarebbe interessante sapere se è la posizione ufficiale del partito , visto che sul programma elettorale alla voce "animali" c'è ancora un vuoto assoluto - inoltre, sarebbero da escludere da tutti i calendari venatori tortora selvatica, coturnice, pavoncella, moriglione, tordo sassello.
Non è che una delle tante dichiarazioni anticaccia rilasciate dai grillini. I cacciatori che vogliono orientare il proprio voto anche e soprattutto a tutela della propria passione e di un settore che movimenta mezzo punto di pil, si dovranno guardar bene dal votarli.