I cacciatori in generale, e quelli bresciani in particolare, sono stati accusati sulla stampa locale (Il giornale di Brescia) da diverse associazioni animaliste di voler allungare la stagione di caccia tramite i contenimenti. L'accusa arriva al punto di negare la situazione di emergenza dichiarata dalla Prefettura.
L’inizio dell’articolo non lascia dubbi sulle sue finalità “La falsità, ideologica e scientifica, sembra l’unico strumento al quale le associazioni venatorie sanno ricorrere quando devono difendere tesi indifendibili”. Secondo le associazioni animaliste e ambientaliste locali (ad eccezione di Legambiente) i cacciatori approfitterebbero dei contenimenti dei cinghiali, autorizzati dalla Regione Lombardia e oggi dalla Prefettura di Brescia per prolungare la stagione venatoria.
Risponde in una nota la Fidc di Brescia: "a noi non interessa offendere chi non la pensa come noi ma vorremmo far capire a chi legge il nostro quotidiano che le persone autorizzate agli abbattimenti sono poche decine, sempre coordinate dagli agenti della Polizia Provinciale su incarico del loro Comandante e devono essere in possesso di precise abilitazioni. Non solo, dopo le ultime polemiche, il Prefetto ha deciso di prendere in mano la situazione e si farà carico, con gli organi competenti di polizia, di emettere precisi ordini di servizio per questi operatori specificando inoltre che non si tratta di attività venatoria ma di sostegno agli interventi di contenimento. I cacciatori però, hanno deciso che aspetteranno la conclusione delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica, avendo fiducia nella stessa in modo che poi non ci siano più polemiche di sorta. Nel frattempo le associazioni ambientaliste o chi per loro sono libere di mettere in atto tutti quei metodi ecologici che a loro parere funzionano benissimo. Per quel che ci riguarda la caccia al cinghiale inizia al 1 ottobre".