In piena logica cerchiobottista, che tanto piace al costume politico italiano, anche i 5 Stelle hanno fatto la loro piccola, lieve, apertura nei confronti della caccia. Per la precisione un solo candidato: il senatore abruzzese Gianluca Castaldi, il quale sulle pagine on line del sito Ecoaltomolise dichiara che il movimento non ha incluso l'abolizione della caccia nel programma di governo. E ci mancherebbe! Viene da commentare.
Per quante sparate anticaccia abbiano fatto i grillini nel corso di tutti questi anni di governo, probabilmente in fondo in fondo anche loro sono consapevoli, almeno in parte, che senza il lavoro gratuito dei cacciatori che sfoltiscono la fauna problematica laddove ce n'è bisogno, sono cavoli amari per tutti. In realtà nell'intervista firmata da Francesco Bottone il senatore Castaldi ha parlato anche di "far west" venatorio, sottolineando l'"assenza di regole" (?) sulla caccia. La caccia va bene, se esercitata nei limiti consentiti, ha detto. Anche se quali sono i limiti che vorrebbero i Cinque stelle lo sappiamo fin troppo bene, purtroppo!
Che la caccia sia un argomento out per i grillini è chiaro. Tanto che anche Castaldi, nel giro di poche ore sui social ha dovuto affrettarsi a smentire le sue dichiarazioni, suonate ai seguaci del movimento un po' troppo filo venatorie: "Vorrei fare chiarezza: la questione caccia non rientra fra i punti di programma del M5S. A me personalmente la caccia non piace, non l'ho mai praticata e non l'ho mai difesa durante la mia vita politica o privata".