Riceviamo dalla Confederazione Cacciatori toscani il seguente appello rivolto alle forze politiche e ai candidati al Parlamento.
Le elezioni del prossimo 4 marzo rappresentano un appuntamento importante. I cittadini cacciatori parteciperanno al voto, strumento essenziale di espressione di volontà e di opinione, ossatura di democrazia.
Lo sono anche per la caccia in un momento in cui le Istituzioni e la politica sembrano aver derubricato la nostra categoria e la gestione faunistico venatoria ad argomenti secondari e fastidiosi.
E’ tempo che politica e Istituzioni, invece, tornino ad occuparsi di queste vicende che sono parte integrante della realtà e che hanno un’immediata ricaduta sulla vita dei cittadini sull’economia, nell’ambiente e sulla biodiversità.
E’ davvero avvilente che di questi temi, di cui l’attività venatoria è parte essenziale e ineludibile, non vi sia sostanzialmente alcuna traccia nelle attenzioni e nei programmi di tutte le formazioni politiche che si contenderanno alle urne.
La Confederazione dei Cacciatori Toscani (CCT) che confedera le associazioni Federcaccia, ANUU e ARCT rappresentando la maggioranza dei praticanti dell’attività venatoria in una regione – la Toscana – che vanta in Italia il maggior numero di cacciatori, nonché una profonda cultura e tradizione che per anni è stata riferimento nazionale, si rivolge a tutti i candidati ed alle formazioni politiche nella verifica degli impegni che i partiti ed i candidati saranno disponibili ad assumersi per tradurre in norme e provvedimenti legislativi le riforme necessarie alla materia faunistico venatoria ormai non più rinviabili.
La Legge Quadro che governa la materia (la 157/92) è una normativa che, seppur illuminata, ha bisogno di essere attualizzata alle profonde trasformazioni ambientali e faunistiche che sono intervenute in questi ventisei anni che ci separano dalla sua approvazione. Basti pensare all’esplosione numerica degli ungulati, alle pesanti conseguenze intervenute sulla biodiversità e alla tutela delle produzioni agricole per citarne alcune; una rivisitazione pertanto necessaria pur mantenendo inalterata la proprietà pubblica della fauna selvatica, vero e proprio bene comune dell’intera collettività nazionale.
La caccia ed i cacciatori rappresentano una risorsa fondamentale per contribuire al recupero e al mantenimento degli equilibri faunistici ed alla tutela della biodiversità; la CCT chiede ai candidati di condividere l’obiettivo di affrontare nella prossima legislatura il tema dell’aggiornamento e della creazione di strumenti legislativi, normativi e regolamentari adeguati alla posta in gioco.
La CCT chiede ai candidati di pronunciarsi con chiarezza sulle posizioni animaliste e pseudo ambientaliste che, all’inseguimento del consenso, sfuggono il confronto sulle necessità reali, segnalate ripetutamente anche dal mondo agricolo, di una gestione faunistica fondata su dati scientifici, sottratta all’ideologia all’emotività.
Occorre anche un impegno a livello regionale affinché sia ripristinato il necessario confronto tra la rappresentanza venatoria e la Regione, nelle sue diverse articolazioni politiche ed istituzionali, sia per superare il forte centralismo della burocrazia regionale che vive gli Ambiti Territoriali di Caccia come uffici decentrati che devono semplicemente sottostare alle direttive impartite; per evitare la messa in crisi definitiva di un Ente gestore – l’ATC – per assicurare le competenze e le risorse necessarie per governare un fenomeno vasto e complesso come la gestione della fauna selvatica.
Deve essere promosso il pieno coinvolgimento delle associazioni venatorie, agricole ed ambientaliste ma anche degli ATC, nell’elaborazione e nella stesura del Piano faunistico Regionale. Come è anche necessario giungere al superamento della Legge Obiettivo sugli ungulati; questo provvedimento non ha funzionato, occorre tornare alla corretta applicazione della normativa precedente, a partire dalla puntuale messa in atto dell’art.37 e snellire le procedure per gli interventi di contenimento.
Infine il rilevamento dei danni deve avere un unico atto di indirizzo sui prezzi di mercato dei prodotti e le relative modalità di indennizzo e istituire un fondo regionale alimentato da risorse pubbliche.
Le forze politiche devono compiere un salto di qualità; per uscire dalla crisi di questo modello, che produce problemi, insoddisfazioni e contrasti sempre crescenti, è necessario costruire una nuova “governance” che faccia centro su due pilastri: la natura pubblicistica della fauna ed il coinvolgimento prioritario nella gestione dei veri stakeholders del territorio; gli agricoltori e i cacciatori. Su questi temi, la CCT darà conto, ai propri iscritti, delle posizioni espresse da ogni forza politica e dai relativi candidati; così come darà conto anche delle mancate risposte!
Il Segretario CCT
Marco Romagnoli
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