Un cuoco, una guardia giurata, un consulente, un medico e un impiegato statale, insieme per dimostrare che la caccia è fatta da uomini e donne, persone impegnate, che ogni giorno danno il proprio contributo alla società.
Oggi è il turno di Gianluca Guarino, cuoco di Enna, che non molto tempo fa è intervenuto sul nostro portale con un'invettiva contro gli ambientalisti, colpevoli secondo lui di non aver fatto abbastanza contro l'inquinamento che ha sterminato uccelli, insetti, piccoli mammiferi e anfibi che qualche decennio fa popolavano le nostre campagne, in compenso se la sono presa con la caccia, accusandola delle peggiori nefandezze contro l'ambiente. C'è poi Giacinto Mario Fiorenza, che crede nell'importanza di coinvolgere i giovani come lui per fargli capire cosa si perderebbe se scomparisse questa antica e meravigliosa tradizione. Marco Forno, che nella vita è un consulente finanziario, qualche tempo fa ha risposto ad un quotidiano di Cuneo perchè aveva accostato l'immagine di un cacciatore ad un atto di bracconaggio. "Da cacciatore nonché amante della natura (le due cose non sono assolutamente in contraddizione, come un certo animal-ambientalismo salottiero vorrebbe invece farci credere)" ha segnalato il suo disappunto al quotidiano, che ne ha opportunatamente dato conto. Pina Apicella è una cacciatrice ma prima di tutto un medico. Ha raccontato in diversi articoli le belle emozioni provate a caccia, che è la sua grande passione nel tempo libero. Infine abbiamo Francesco Nacca, impiegato statale. Per lui la caccia è l'anello di congiunzione tra fauna e ambiente, fondamentale per il benessere della natura e soprattutto del territorio.
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati, si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.
Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati. In un momento come questo, dove si sta per decidere il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.
Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso. Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari sulla stampa locale e sul web.
Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.
Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni. Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?
I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte presidio del territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.
E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.