La Confederazione Cacciatori Toscani ha pubblicato le dichiarationi ricevute da alcuni candidati: Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana, Andrea Barabotti Lega Nord Toscana – Nazionale e Luca Mori Liberi e Uguali, tra i primi ad aderire all'appello della Confederazione Cacciatori Italiani.
Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana
"La mia esperienza istituzionale - prima come sindaco, poi come presidente di provincia e da ultimo come consigliere regionale - mi ha permesso di approfondire molte questioni relative alla caccia e alla gestione del territorio. Pur non essendo un cacciatore, ho sempre affrontato con serietà i problemi e le difficoltà inerenti a questo settore, formato da un complesso sistema di elementi di socialità e di tradizione finalizzati alla tutela di un bene comune. Credo che portare in Parlamento una maggiore sensibilità verso gli elementi della gestione del territorio, tra i quali si colloca anche la caccia, sia importante non solo per il mondo venatorio, ma anche - più in generale - per la buona riuscita di un progetto serio di governo del Paese. Il nostro territorio merita una rappresentanza attenta, che punti a svolgere una funzione di raccordo tra l'Istituzione e i singoli territori, ricchi - come è noto - di storia e di tradizioni: e su questo non posso che esprimere la mia piena disponibilità".
Andrea Barabotti Lega Nord Toscana - Nazionale
Egregio Segretario,
in merito al tema del riequilibrio faunistico, della tutela della biodiversità e del contenimento dei danni in agricoltura (ma non solo!) c'è un passaggio emblematico a pagina 28 del programma della Lega (programma scaricabile qua) che fuga ogni dubbio sulla nostra posizione.
Riporto testualmente:
"Nell’ambito di una serie più ampia di interventi a favore del mondo venatorio si dovrebbe prevedere un nuovo approccio per le azioni di prevenzione e le conseguenti procedure di rifusione dei danni. Sulla prevenzione serve allargare i piani e le possibilità di abbattimento coinvolgendo gli ambiti territoriali e vigilando sul loro svolgimento sfruttando, previa verifica di compatibilità, gli strumenti e le tecniche più compatibili con il territorio e con gli obbiettivi prefissati. Il meccanismo della rifusione dei danni da fauna selvatica va migliorato e reso semplice, la sua gestione centralizzata in capo alla Regione ne limita la fondamentale funzione; all’attività venatoria – anche al fine di contrastarne il lento declino – serve specializzarsi sempre di più, amplificando il proprio fondamentale ruolo di servizio pubblico rivolto alla gestione del territorio."
Il testo nella sua brevità mette comunque in evidenza almeno 3 impegni fondamentali:
- Interventi in favore del mondo venatorio per contrastare il declino della pratica venatoria.
- Miglioramento e semplificazione dei meccanismi per la rifusione dei danni, decentralizzazione di tali meccanismi attraverso il coinvolgimento degli ambiti territoriali.
- Riconoscimento e coinvolgimento dei cacciatori nelle operazioni necessarie al riequilibrio faunistico e ambientale
Le ideologie pseudo-animaliste/pseudo-ambie ntaliste sono lontane dal mio - e dal nostro - modo d'intendere la politica. Il nostro faro, nell'azione politica e di governo, è il pragmatismo di cui il mondo rurale (e così l'Italia) avrebbe tanto bisogno.
Fin d'ora garantisco il sostegno del nostro gruppo consiliare in Regione - essendo io stesso anche responsabile del gruppo in Regione - per affrontare le questioni che riguardano più da vicino la nostra Toscana. Su questi temi, in più occasioni, abbiamo già avuto modo di esprimerci nelle sedi istituzionali preposte, in linea con quanto voi stessi chiedete nell'appello in oggetto.
Luca Mori Liberi e Uguali,
aderisco in pieno, non solo come Candidato alla Camera dei Deputati, ma in particolare come Forestale e Faunista che nell'ambito delle proprie attività di ricerca e applicazione ha sempre avuto l'opportunità di verificare che il raggiungimento del carico ottimale di fauna selvatica, nei diversi ambienti, era imprescindibilmente collegato ad un corretto prelievo venatorio.
La prevenzione e il contenimento dei danni al patrimopnio agricolo-forestale e zootecnico, deve essere compenetrato da azioni di prelievo, tecniche di difesa e scelte agronomiche che nel favorire una produzione di qualità, garantiscano la presenza di popolazioni autoctone di specie selvatiche.
Da giovane dirigente (tanti anni fa) di associazione venatoria, imparai che la collaborazione tra cacciatori, agricoltori e ambientalisti, era da ricerca anche nei momenti di maggiore dialettica. La legge 157/92, diede impulso alla sintesi ed al corretto approccio per il governo del territorio. Oggi non solo va monitorata e ne vanno aggiornati gli strumenti, ma va ribadto quell'obiettivo che innanzi tutto era culturale, in un Paese il nostro, che ha fatto dell'attività cinegetica, sempre una pratica di ricchezza popolare.