Che possiamo fare per difenderci dalle continue bugie che sentiamo sul nostro conto? Anzitutto metterci la faccia. Facciamoci conoscere, siamo persone per bene, gente impegnata, che dà un contributo attivo e reale per costruire un'Italia migliore.
Fieri e orgogliosi della loro passione: oggi vi presentiamo Giuseppe Mattozzi, geometra che lavora nel campo dell'edilizia, impegnato per la promozione della caccia tra i giovani e non solo, attraverso iniziative culturali e sociali. Leonardo Andrisano, ragioniere approdato nel mondo dell'agricoltura, secondo cui "la caccia può ancora insegnare tanto, a patto che sia trattata senza pregiudizi". Lorenzo Belli, agente di commercio di Viareggio che ci dichiara: "Ho a che fare con molte persone per lavoro e discutendo di caccia, mi accorgo di un generale preconcetto molto negativo legato più ad un fattore di “ignoranza” riguardo alla materia. Spesso spendendo un po di tempo a spiegare cosa è andare a caccia oggi, la loro posizione si ammorbidisce". "Noi Cacciatori in primis - sostiene Lorenzo - dovremo stare giornalmente in prima linea per far comprendere a chi non lo sa che siamo e saremo i veri paladini della difesa dell’Ambiente e che la Fauna tutta, se ben gestita potrà essere una grande risorsa”. Valentina Piccioli, giovane cacciatrice proprietaria di un'armeria, rimarca il concetto: “nella maggior parte dei cacciatori che conosco riscontro questi valori: etica, passione, rispetto per l’ambiente e tutela dello stesso (moltissimi fanno parte delle associazioni di volontariato antincendio... magari potessimo dirlo anche di molti cosiddetti ambientalisti)". Chiudiamo con Federico Andreani, anche lui giovane e caparbio. "Solo in Italia - dice - la caccia è percepita in modo negativo. Dobbiamo darci da fare con tutte le nostre forze - continua Federico - e portare avanti questa nostra grande passione, facendo in modo che sopravviva e che sia capita dal più vasto numero di persone possibile”. “Agli anticaccia – continua - dobbiamo fare capire pochi e semplici concetti: per esempio che i danni causati da cinghiali, storni, caprioli sono reali e che se si interviene con gli abbattimenti, seguendo i principi della gestione, si tutela l'ambiente e la biodiversità”.
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati, si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.
Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati. In un momento come questo, dove si sta per decidere il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.
Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso. Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari sulla stampa locale e sul web.
Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.
Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni. Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?
I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte presidio del territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.
E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.