Fare gli ambientalisti dal salotto di casa propria, attaccati ad uno smartphone a firmare petizioni, è abbastanza? Noi crediamo di no. Occuparsi della natura vuol dire conoscerla, viverla e tutelarla ogni giorno, con azioni concrete. E' questo che fanno i cacciatori.
Riccardo Maggiacomo, studente laureando in ingegneria, per esempio nella caccia vede l'occasione di impegnarsi in prima persona per il bene collettivo: vigilanza antincendio, sagre di beneficienza, pulizia dei boschi dalle immondizie, ripristino dei vecchi sentieri di montagna. Queste sono attività - sottolinea - rese possibile grazie al contributo volontario dei cacciatori. Paola Mezzasalma, mamma a tempo pieno, porta in evidenza valori come lealtà, fratellanza e spirito di condivisione.
Valori che permettono a tante piccole comunità di cacciatori di lavorare insieme per tutelare la risorsa selvaggina. Come fanno anche gli altri protagonisti di oggi della nostra campagna: Giuseppe Rossetti, tecnico di laboratorio, "orgoglioso di essere cacciatore e di metterci la faccia", ci scrive. C'è poi Marco Della Mea, giovane cacciatore di Udine che fa l'impiegato e che nel tempo libero si occupa di anche promuovere le attività del Gruppo Friulano Conduttori Cani da Traccia. Infine Michele Palatella, classe 1991 che fa il magazziniere ed è già un padre di famiglia.
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati, si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.
Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati. In un momento come questo, dove si sta per decidere il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.
Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso. Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari sulla stampa locale e sul web.
Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.
Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni. Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?
I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte presidio del territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.
E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.