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Cacciatori gente per bene: la caccia è impegno


giovedì 22 febbraio 2018
    

 

 

Simona Bianchi, Luca Stincardini, Mihaela Cretu, Nicola Carella e Francesco Rustici, si aggiungono alle già tante adesioni della campagna di BigHunter Cacciatori Gente per bene.

Essere cacciatori richiede impegno e costanza, perchè la caccia non è certo solo una semplice attività di svago. Come ci ricorda la nostra Mihaela Cretu, una laurea in storia dell'arte, libera professionista: "oggi è diventata attività  ricreativa, anche se mantiene la sua funzione alimentare ma ha anche un ruolo nella gestione della fauna selvatica,  di sostentamento dell'ambiente ecologico come per  il numero di animali da abbattere e i metodi permessi che  garantiscano la preservazione della fauna selvatica e stanziale". Molti tra i cacciatori, non a caso, sono impegnati in prima persona nelle associazioni per la tutela dei diritti acquisiti, e in parte perduti, dei cacciatori. Come Luca Stincardini, tecnico di Anlc, impegnato nella difesa dei calendari venatori, o il giovane Francesco Rustici, neo presidente dell'associazione venatoria toscana Arct, laureato in lettere niente meno che alla prestigiosa Normale di Pisa, dove sta ottenendo il dottorato. Secondo lui "la caccia, che vive nell'esperienza diretta tanto quanto nella sua narrazione, ha sempre rappresentato un elemento importante nella vita sociale delle piccole comunità rurali". Ed anche per questo quindi, va tutelata dalle istituzioni.  Nicola Carella è invece laureato in Scienze Forestali ed Ambientali e lavora come tecnico di laboratorio alla facoltà di Agraria, presso l'Università di Bari. "L'ambiente e la natura sono il mio lavoro, è stato il mio studio ed è la mia passione" dichiara a sostegno dell'iniziativa. Simona Bianchi,  aggiunge una nota d'orgoglio: "sono impiegata in una azienda e non passa giorno in cui non mi "vanti" di essere una cacciatrice. Il rispetto per la natura e tutto che ciò che le sta intorno è uno dei valori che mi ha trasmesso il mio papà cacciatore. È inportante cercare di parlare a tutti gli amici parenti e conoscenti della caccia e del ruolo del cacciatore al fine di non disperdere questo patrimonio culturale di valori e tradizioni. Mi piace confrontarmi soprattutto con le nuove generazioni per far comprendere a loro quanto sia bello vivere la natura e tutte le sue sfumature magari cercando una preda, piuttosto che uscire a ubriacarsi e perdersi tutta questa  meraviglia che ci offre la vita".

 
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati,  si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.



Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati.  In un momento come questo, dove si sta per decidere  il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per  ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.



Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso.  Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari  sulla stampa locale e sul web.



Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.

Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori  non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni.  Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?



I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte  presidio del  territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per  il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.

E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.

 

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