La caccia unisce persone di ogni estrazione sociale ed età. I 5 cacciatori di oggi fanno professioni diversissime ma condividono l'orgoglio di dirsi cacciatori: gente per bene, equilibrata, che sa vivere immersa nella natura e proteggerla.
Mimmo Manca, maresciallo dell'Aeronautica in pensione, per esempio cacciatore ci è nato e ne va fiero. "Nella mia vita contano due cose: la famiglia e la caccia" ci dice. Fabio Ricci è un dirigente d'azienda, Gianna Deserra lavora in un resort turistico nella sua splendida Sardegna, dove, nel tempo libero, alterna tacchi vertiginosi agli scarponi da caccia. "Penso che la caccia, se praticata con giudizio possa rendere migliori le persone, possa sensibilizzarle alla tutela del territorio e possa insegnare a lavorare in gruppo.. allo stesso tempo ti insegna a stare solo con te stesso”, ha dichiarato alla nostra redazione. Dello stesso avviso Yuri D'Onofrio, operaio metalmeccanico, il quale ci confessa che per lui andare a caccia è il più bel modo di passare giornate immersi nella natura. Roberto Giubilato, giovanissimo, è un tecnico ambientale, laureato in Tecnologie Forestali ed Ambientali. Secondo lui, "il cacciatore è il vero guardiano della terra, conosce la fauna e la flora che lo circonda, conosce l’agricoltura e si prodiga a segnalare abusi edilizi e discariche sul territorio. Conosco molti giovani amanti della caccia e questi ragazzi si affascinano sempre quando vedono un animale inusuale, segnalandolo e soprattutto aiutando la raccolta dei dati ornitici utili alla stesura di statistiche e della tracciabilità delle rotte transitorie di tali uccelli". E scusate se è poco.
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati, si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.
Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati. In un momento come questo, dove si sta per decidere il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.
Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso. Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari sulla stampa locale e sul web.
Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.
Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni. Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?
I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte presidio del territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.
E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.