Il Consiglio dei Ministri di giovedì 22 febbraio ha deciso per l'impugnazione della legge della Regione Veneto n. 45 del 29/12/2017, “Collegato alla legge di stabilità regionale 2018”, perché, secondo il comunicato del Governo, contiene una norma (quella che ha riformato la questione della mobilità venatoria dopo la sentenza della Corte costituzionale) che consente modalità di caccia non previste dalla legislazione statale, violando in tal modo l’art. 117, secondo comma, lett. s), Costituzione, nelle materie della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”. Era quindi già successo al Veneto con la precedente norma del 2016, dichiarata incostituzionale poi con sentenza del 13 luglio 2017.
Berlato: "ennesimo atto politico, norma ancora in vigore"
"Non ci stupisce affatto - commenta Berlato - che questo governo abusivo in scadenza, il quarto dopo quello Monti, quello Letta, quello Renzi, abbia compiuto questo ennesimo atto politico, impugnando immotivatamente di fronte alla Corte costituzionale la legge veneta che consente la mobilità per la caccia alla selvaggina migratoria.
Vogliamo ricordare che questi governi sinistri ed anticaccia hanno già approvato la legge che obbliga i cacciatori ad annotare i capi nel tesserino venatorio subito dopo l’abbattimento e non dopo il loro incarnieramento, gli stessi governi sinistri che non hanno mai convocato la Conferenza Stato/regioni per ripartire, tra le regioni che hanno fatto regolare domanda, i quantitativi delle specie cacciabili in deroga, contravvenendo a quanto esplicitamente previsto all’art. 19 bis della legge statale n. 157/92. Gli stessi governi sinistri che hanno speso sette miliardi di euro all’anno di soldi degli italiani per garantire il business dell’accoglienza alle cooperative più o meno rosse che gestiscono i presunti profughi, lasciando nell’indigenza migliaia di famiglie italiane.
L’impugnazione di questo ultimo Governo sinistro di fronte alla Corte costituzionale della legge veneta sulla mobilità venatoria non comporta alcuna bocciatura della legge stessa ma l’inizio di un contenzioso tra un governo in scadenza e la Regione del Veneto, contenzioso che verrà chiarito dinanzi alla Corte costituzionale.
La legge veneta sulla mobilità rimarrà in vigore almeno fino al pronunciamento della Corte costituzionale che avverrà tra più di un anno, periodo in cui questo governo sinistro ed abusivo sarà solo un lontano ricordo, sostituito dal nuovo governo di centro destra che uscirà dalle urne del 4 marzo p.v.".
Animalisti "accolta la nostra istanza"
"È stata accolta la nostra istanza", commenta Stefano Deliperi, portavoce del Grig (Gruppo di Intervento Giuridico). "I cacciatori residenti in Veneto possono esercitare la caccia in mobilità alla selvaggina migratoria fino ad un massimo di trenta giornate nel corso della stagione venatoria anche in Ambiti territoriali di caccia del Veneto diversi da quelli a cui risultano iscritti, ma questo è in palese contrasto con i principi fondamentali stabiliti dalla legge nazionale. Siamo soddisfatti del fatto che il Governo nazionale abbia voluto difendere le ragioni della difesa della fauna selvatica poste in pericolo da una norma regionale tesa a favorire gli aspetti più retrivi del mondo venatorio".