I cacciatori chiedono a gran voce considerazione e rispetto. Ilaria Galletti, impiegata, Graziano Rigoni, pensionato, Claudia Dei, studentessa, Salvatore Di Girolamo, studente e Alessandro Dioguardi, avvocato, sono i testimonial per un giorno della campagna BigHunter Cacciatori gente per bene. Ecco le loro parole:
"I cacciatori sono persone che rispettano l'ambiente" dice Ilaria Galletti, contestando l'immagine negativa che spesso viene affibiata ai cacciatori. "Puliamo i sentieri per esempio - scrive Ilaria -. E' anche l'occasione per passare domeniche all'aria aperta nei periodi di caccia chiusa".
Anche Salvatore Di Girolamo, studente universitario, la pensa così. "Il cacciatore resta l'unico baluardo a difesa dell'ambiente in quanto appartiene ad una delle poche categorie che ancora come millenni fa, servendosi della natura di conseguenza ancora la vive".
Claudia Dei, studentessa universitaria, scrive: “quello che mi dispiace é che spesso i cacciatori sono giudicati con disprezzo dalla gente, ma alla fine la caccia é un istinto che esiste in tutti gli animali, compreso l'uomo. Non si può giudicare questo, altrimenti dovremmo usare lo stesso metro per tutte le creature. Certo la caccia non é la primaria fonte di sostentamento ed infatti é giusto che ci siano dei limiti. Se si va a caccia con il cervello, si rispetta l'animale e poi lo si cucina. Sinceramente non ci vedo molta differenza da chi va alla Coop e prende l'amburger fatto con carne di animali nati e vissuti in una stalla di due metri per due”.
Alessandro Dioguardi, avvocato 42enne, scrive: "La caccia l'ho nel sangue per acquisizione genetica, tramandatami da mio padre. Sostengo da sempre la necessità di un prelievo etico della selvaggina, consapevole dei mutamenti ambientali e delle tecniche di coltivazione che pongono a rischio la fauna migratoria, sulla quale poco o nulla incide il nostro limitato prelievo. Ho curato, nel mio ATC, l'organizzazione di corsi di formazione specialistica per la Beccaccia e la Coturnice, censimenti alla migratoria, monitoraggi e la raccolta costante di dati da inoltrare alle Istituzioni, consapevole che la sopravvivenza di questa grande Passione sia inscindibile dal coinvolgimento dei giovani appassionati in attività non limitate al solo prelievo. Fresco reduce dall'Hit Show di Vicenza, ho rafforzato la convinzione che i Cacciatori in Italia sono l'unica categoria che detiene il record dell'onestà: per questo in molti ci vogliono cancellare. Non ci riusciranno".
La caccia è quotidianamente sotto attacco. Una folla di millantatori, spesso prezzolati, si affannano a riempire tutti i grandi mezzi di comunicazione di massa e i social network di una infinità di baggianate (oggi rinominate fakenews) che danneggiano ingiustamente l'immagine della caccia e dei cacciatori.
Siamo tutti gente per bene, impegnata nella società. Lavoratori, professionisti, studenti, pensionati; giovani, donne, anziani. Tutti acccomunati da una stessa passione. Abbiamo una licenza di caccia. Che significa che siamo incensurati. In un momento come questo, dove si sta per decidere il nostro futuro almeno per i prossimi cinque anni, è importante fare di tutto per ristabilire un minimo di verità. Bisogna reagire, contestare le accuse. Dobbiamo metterci la faccia, come fanno questi altri cinque amici, ai quali quotidianamente ne seguiranno altri.
Cosa possiamo fare? Parliamone con parenti ed amici, vicini di casa e personaggi che possano avere influenza in un contesto più ampio e diffuso. Pochi concetti e semplici per conquistarne o accrescere la simpatia. Un passa parola allargato, chiedendo ai nostri dirigenti locali di adoperarsi per proporre anche messaggi pubblicitari sulla stampa locale e sul web.
Ecco alcuni concetti che possono essere dettagliati zona per zona, ampliati e arricchiti con ulteriori considerazioni tratte dall'esperienza sui singoli territori.
Migratoria. Nessun rischio dalla caccia. Il benessere dellle popolazioni di uccelli migratori si salva grazie alla caccia. Che in ogni caso non può essere indicata come responsabile di eventuali diminuzioni. Un terzo del nostro del territorio è interdetto all'attività venatoria. Un'immensa incontestabile area rifugio. Se qualche specie risultasse in sofferenza, le cause dovrebbero essere da ricercate altrove. Negli ultimi 100anni sono scomparsi il novanta per cento delle zone umide italiane. Le uniche residue sono in salvo grazie ai cacciatori. I piccoli uccelli granivori non sono oggetto di caccia almeno da trent'anni. Che fine hanno fatto? Perchè gli ambientalisti tacciono?
I veri ambientalisti siamo noi. Negli ultimi 50anni abbiamo perso un terzo del territorio agricolo e forestale. Il bosco è abbandonato. Siamo noi cacciatori che recuperiamo i sentieri e curiamo il sottobosco. Salviamo le zone palustri. Conserviamo le tradizioni della nostra civiltà contadina. Siamo un forte presidio del territorio. Collaboriamo con la Protezione Civile con decine di migliaia di volontari. Creiamo ambiente per il passo, la sosta e lo svernamento dei migratori.
E per l'operazione simpatia: organizziamo incontri conviviali. Non c'è miglior modo di convincere uno scettico, se non invitandolo a una cena di caccia. Carne sana, nutriente, buona tavola, amicizia e convivialità faranno la differenza.