Dopo il comunicato del presidente della Giunta regionale della Calabria, Mario Oliverio, in cui si dichiara aperto al confronto alle associazioni venatorie regionali per la definizione del testo finale della nuova legge sulla caccia, arriva la risposta del Coordinamento regionale delle associazioni venatorie.
"Il Coordinamento Regionale delle AAVV calabresi ((Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Arci caccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia, EPS) - scrivono le associazioni - non può che essere soddisfatto di questa annunciata disponibilità, soprattutto tenendo conto del fatto che sono ormai ben quattro anni che attendiamo di mettere sul tavolo un confronto continuo, serio e costruttivo con la Giunta sulle tematiche faunistico venatorie".
Le associazioni fanno notare che, nonostante le sollecitazioni, i vari problemi non sono stati affrontati in modo organico, ma solamente sulla spinta di emergenze. Come il Regolamento sulla caccia al cinghiale (entrato in vigore con pubblicazione sul BURC n. 119 del 21 novembre 2017) "sul quale ancora attendiamo una risposta, dopo i ripetuti inviti e le istanze da noi rivolte, in ultimo, proprio al Presidente alla Regione, al fine di sanare quelle che sono vere e proprie violazioni di principio, non solo della materia, ma anche e soprattutto di ordine generale (vedasi la nostra ultima istanza di riesame inviata il 20 gennaio di quest’anno)".
"Per quanto riguarda l’annunciata nuova legge sulla caccia, crediamo valga la pena ricordare che un confronto fra le parti interessate si è già svolto e che una condivisione è stata raggiunta da almeno due anni. Il documento scaturito è rimasto però lettera morta e giace evidentemente dimenticato in qualche cassetto della Regione".
Le associazioni fanno presente tre criticità a cui porre urgentemente rimedio, attivando il confronto:
- "L’urgenza dell’adozione e approvazione del Piano Faunistico Regionale, tenendo conto che la Regione ha già acquisito i Piani Faunistico-Venatori delle 5 province approvati e che hanno ottenuto la VAS;
- L’approvazione delle modifiche alla Legge 9, ove deve trovare definizione anche il conferimento delle funzioni in materia di caccia alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, dato che la legge 14 del 2016, ha finito di dispiegare i suoi effetti, già dal momento di transizione tra i due Enti (Provincia-Città Metropolitana dal 1 marzo 2017)
- La ricomposizione dei Comitati di Gestione degli ATC, dopo il doppio grave errore compiuto dalla Giunta Regionale per via del mancato rinnovo prima -avendone titolo ai sensi della Legge regionale 14/2015- e del Commissariamento dopo, nonostante già dall’anno scorso avevamo con più istanze e in più occasioni sollecitato e formalmente richiesto la ricostituzione. Il Tar accogliendo i ricorsi delle scriventi, con le ordinanze del 28 febbraio ha sospeso i provvedimenti della Giunta Regionale e i relativi decreti, disponendo la ricomposizione degli organi con termini perentori.
"Ricordiamo che l’ultimo incontro tenutosi con il Delegato Mauro D’Acri risale al 20 aprile 2017, ormai un anno fa, e che il documento sottoscritto da tutte le Associazioni venatorie calabresi riconosciute, contenente una serie di concrete e facilmente eseguibili proposte operative per dare impulso e affrontare e risolvere le problematiche del settore è anch’esso rimasto senza seguito. O meglio, è stato seguito dai già ricordati improvvidi commissariamenti degli ATC e da provvedimenti improntati a tamponare situazioni di emergenza e non a risolvere e programmare strutturalmente il sistema caccia regionale", precisano le associazioni.
"Per quanto riguarda il progetto di istituire un Osservatorio Faunistico-Venatorio regionale non possiamo che concordarne sull’importanza, ma non accetteremo soluzioni predefinite soprattutto in relazione alle competenze, che tale organismo deve garantire. Al fine di fornire il migliore contributo su questo punto ed anche sulle questioni, che implicano valutazioni di profilo tecnico e scientifico, ove ci sia la disponibilità della Regione, non faremo mancare il supporto delle nostre strutture tecnico-scientifiche, che in questi anni hanno condotto varie attività di ricerca conseguendo fondamentali risultati anche in Calabria, che hanno contribuito a determinare anche gli ultimi orientamenti dell’Ispra, come ad esempio è avvenuto con al prelievo dei turdidi".
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