Cinque persone intenzionate ad ostacolare in ogni modo gli abbattimenti dei cinghiali, hanno reso davvero difficili le operazioni nell'Oasi Lipu del Bianello, in provincia di Reggio Emilia. Gli agenti della Polizia Provinciale, e la quarantina di cacciatori abilitati che partecipavano alla battuta di ieri, hanno dovuto posare i fucili e armarsi di pazienza, attendendo l'intervento delle forze dell'ordine per continuare la battuta, oggetto per altro di un'ordinanza urgente del sindaco di Quattro Castella.
I cinque animalisti, giunti da fuori regione, dapprima hanno insultato i cacciatori che stavano entrando nell'oasi e poi, contravvenendo al divieto d'accesso all'area, hanno pensato bene di frapporsi tra i fucili e i cinghiali. Sono dunque intervenuti i Carabinieri forestali, identificando gli attivisti e denunciandoli per aver ostacolato le operazioni pubbliche, che sono poi riprese nel pomeriggio con l'abbattimento di 12 esemplari. Il numero degli abbattimenti arriva a 21 se si conta anche la battuta di venerdì scorso.
"Ho risposto a tutti – spiega sulla Gazzetta di Reggio il sindaco Andrea Tagliavini – e sono disponibile ad incontrarli per spiegare le ragioni dell’abbattimento. Non è accettabile questo boicottaggio, e chi abita qui lo sa bene che i cinghiali fanno tantissimi danni all’agricoltura e rappresentano un pericolo per le strade, tra incidenti fatti e scampati. Dai documenti ricevuti dalla Provincia, in base ai quali ho emesso l’ordinanza, sono stimati 200 cinghiali dentro l’oasi. Animali che danneggiano anche l’oasi stessa, visto che ci sono fiori e piante protette".
Ma quando sei animalista, e lo sei a tal punto di dedicartici anima e corpo, semplicemente queste spiegazioni non ti interessano. La loro protesta non è certo indirizzata a trovare un compromesso e nemmeno le denunce serviranno a fermarli. "Una parte del mio stipendio - confessa uno degli animalisti al quoditiano - lo giro direttamente al mio avvocato".