Data la gran risonanza ottenuta sulla stampa dal Wwf per i suoi campi antibracconaggio nel Padule di Fucecchio, al termine delle operazioni, le pistoiesi di Libera Caccia e Fidc fanno notare che i reati contestati ai cacciatori (22 sanzioni amministrative comminate a fronte delle centinaia di controlli avvenuti nell'arco di tre mesi di caccia), anche tenendo conto di quelli riferiti dal comunicato del Wwf di gennaio, sono cosa esigua rispetto all'impiego di forze e al tempo dedicato.
Le infrazioni vanno dalla mancata osservanza delle distanze fra appostamenti (spesso pochi metri) ad aver sforato di qualche minuto l’orario di caccia. “Chi ha sbagliato è giusto che paghi, lo diciamo come cacciatori e come cittadini osservanti delle leggi” scrivono i due presidenti provinciali Luca Gentili (Anlc) e Franco Biagini (Fidc) “ci chiediamo però quanto sia logico chiamare l’esercito a fare una multa per…. divieto di sosta!”.
Federcaccia e Libera caccia pistoiesi conoscono bene l’importanza naturalistica e lo scrigno di biodiversità che rappresenta il Padule di Fucecchio e con loro lo conoscono bene i cacciatori. Lo conoscono bene perché quelle zone le frequentano tutto l’anno, a caccia aperta e chiusa, ma non per bracconare come si vorrebbe far credere.
“Se il Padule è ancora la meraviglia che appare – scrivono - , pur con tutti i problemi che ha e che non derivano dall’attività venatoria, è proprio grazie al lavoro gratuito e sconosciuto ai più dei cacciatori, che ne hanno preservato e ne preservano peculiarità e caratteristiche. Cosa che non sempre accade nelle tante “riserve” e “oasi” - anche col marchio del Panda - sottratte agli usi tradizionali e ora in stato di assoluto abbandono.
Proprio la presenza dei cacciatori e quella delle guardie delle Associazioni venatorie contribuisce in modo significativo a prevenire – e se è il caso punire – gli illeciti. Ogni giorno e senza tante grancasse”. Federcaccia e Liberacaccia comunque sono pronte e ripetono l’invito a un confronto con le associazioni ambientaliste già fatto all’apertura del campo antibracconaggio, purché questo non trasformi la tutela della legalità in una campagna ideologica contro una intera categoria di cittadini che esercitano una attività legittima e regolamentata.