In una nota stampa la Face (Federazione europea delle associazioni venatorie) esprime preoccupazione per alcuni emendamenti anticaccia approvati dal Senato polacco, invitando pubblicamente il Presidente della Polonia, Andrzej Duda, a riconsiderare le modifiche approvate, rispettando la Convenzione di Berna e la Convenzione europea sui diritti umani.
Secondo la Face infatti le modifiche uccideranno letteralmente le tradizioni venatorie del Paese e violano i diritti fondamentali degli individui.
Vediamo nel dettaglio le modifiche:
Con una norma che intende evitare il disturbo della fauna selvatica, a meno che non ci siano scopi di caccia, si introduce per esempio il divieto di addestramento e allenamento di cani e di falchi da caccia. Un grave colpo dunque alla caccia stanziale e alla falconeria, patrimonio culturale intangibile per l'Unesco.
Un altro emendamento stabilisce la nomina del presidente dell'associazione dei cacciatori da parte del Ministro dell'Ambiente e la possibilità di destituirlo dopo il parere del comitato consultivo. Per la Face si tratta di un atto antidemocratico che elimina l'autogoverno dell'associazione polacca per la caccia.
La legge così come votata in Senato, inoltre, elimina qualunque pena per gli atti di ostruzionismo contro la caccia. Il che rende leciti gli attacchi degli animalisti, che potranno condurre efficaci azioni di blocco e sabotare le battute senza incorrere in nessuna sanzione.
Vietata poi la partecipazione a qualunque azione di caccia ai minori di 18 anni. Il che elimina la possibilità di trasferire le tradizioni di padre in figlio. La Face vi si oppone con forza, sottolineando come sia un diritto fondamentale per i genitori educare i propri figli secondo le proprie credenze e abitudini. A tal proposito la Federazione europea cita l'articolo 2 della Convenzione europea sui diritti umani: "lo Stato rispetta il diritto dei genitori di garantire tale istruzione e insegnamento in conformità con le proprie convinzioni religiose e filosofiche".
La legge polacca contraddice anche diversi punti chiave enunciati nella Carta europea della caccia e della biodiversità, adottata dal comitato permanente della Convenzione di Berna nel novembre 2007. "La partecipazione dei giovani - argomenta la Face - permette il trasferimento di conoscenze fondamentali sulla natura e una profonda comprensione della gestione della fauna selvatica e del benessere degli animali. È positivo per lo sviluppo mentale e fisico dei bambini".
Altri due emendamenti, ancora non votati, introdurrebbero il divieto di utilizzare le munizioni al piombo entro il 31 dicembre 2019 e controlli periodici per i cacciatori ogni 5 anni.