Come uscire dall'empasse della pluri criticata Legge Obbiettivo? La Confederazione Cacciatori Toscani ha dato appuntamento ai cacciatori a Siena per valutare la situazione, alla luce dei risultati diffusi dalla Regione Toscana sia sull'applicazione della nuova legge che sul sistema delle nuove aree vocate per la caccia al cinghiale in battuta. Necessario "un profondo ripensamento dell’impianto della Legge accompagnato da un radicale cambio di metodo politico da parte dell’assessorato; serve più condivisione ed ascolto, maggiore coinvolgimento delle categorie interessate, cacciatori ed agricoltori e maggiore centralità e fiducia verso i compiti e le funzioni che dovranno svolgere gli ATC". "L’aver puntato a risolvere il problema danni sostituendo lo sforzo di caccia all’applicazione ragionata e tempestiva dell’art 37 e degli interventi in controllo - scrive la CCT in una nota -, ha provocato il flop che sta sotto gli occhi di tutti".
La Confederazione promette di continuare ed intensificare le battaglie intraprese ed il sistema di alleanze con altri portatori di interesse, in primis il mondo agricolo. "Coinvolgere i cacciatori nei processi decisionali che li riguardano - si legge nella nota della CCT - sta alla base del ciclo di incontri che si stanno svolgendo in queste settimane; un lavoro urgente e necessario in quanto, soprattutto per le nuove aree vocate, i tempi di approvazione si presentano abbastanza ravvicinati nonostante la mancanza di un percorso e di un confronto con le parti in causa volutamente evitato dalla Regione Toscana".
"Avevamo ragione noi!! questa Legge è un fallimento non solo perché si basa sulla volontà di innescare il conflitto tra le varie forme di caccia e tra i cacciatori ma anche per i risultati che sembra aver ottenuto - ha detto alla platea Moreno Periccioli, Presidente Regionale Federcaccia -. Un capolavoro alla rovescia dove si registrano danni crescenti alle coltivazioni provocate dagli ungulati, più incidenti stradali, minori abbattimenti e contenimenti delle popolazioni presenti sul territorio”.
La Confederazione Cacciatori Toscani che per prima ha esternato le proprie riserve su queste scelte operate dalla Regione Toscana, oggi chiede a tutti una assunzione di responsabilità e di coraggio; il coraggio di cambiare e di ripensare una idea di gestione degli ungulati . Lo chiede anche a coloro che con i loro silenzi e talvolta con i loro assensi, confortano gli amministratori nel proseguire una strada sbagliata e priva di sbocchi.
Ecco dunque le proposte concrete: "
- aprire così come previsto dalla Legge 10, una verifica sullo stato di applicazione e sull’ analisi dei dati da parte del Consiglio Regionale e della Competente Commissione. Una verifica vera, che analizzi con trasparenza i numeri e ci consegni una fotografia reale di quello che per noi è già acclarato.
- La presentazione di una proposta di Legge organica che modifichi l’attuale Legge 10 nelle parti che la rendono inefficace o inadeguata. Reinserire e sburocratizzare l’applicazione dell’art 37 in tempi consoni, con i giusti ed adeguati strumenti e nei luoghi e strutture a rischio di danni.
- Gestione dei contenimenti sull’intero territorio, comprese le aree protette e le riserve naturali,dare il massimo delle responsabilità operative agli ATC, costituire fasce cuscinetto tra aree vocate e non vocate per la gestione non conflittuale della caccia di selezione al cinghiale, responsabilizzando le squadre e i distretti nei territori di competenza e nelle aree limitrofe.
Costituzione di un fondo sui danni così come previsto dalla legge 157 e che può e deve essere alimentato con risorse pubbliche e con coperture assicurative.
Altre importanti proposte sono scaturite dalla relazione tecnica curata dal Dott. Federico Morimando e dagli interventi che si sono succeduti.
La Confederazione da Siena lancia pertanto un segnale chiaro ed inequivocabile sulle proprie posizioni e proposte che saranno presentate all’attenzione di tutti i gruppi che siedono in Consiglio Regionale.