La Libera Caccia di Pistoia ha inviato agli uffici regionali un promemoria per "costruire i piani di gestione futuri" per il capriolo. Nella lettera, che non vuole essere un appunto di demerito nei confronti dell’attuale comitato di gestione dell’ ATC PT11, da una parte si fanno presenti i gravosi impegni assolti dai cacciatori di selezione iscritti all'ATC, anche in relazione alla disparità degli oneri (compresi quelli economici) rispetto agli altri ATC della Regione, dall'altra - tenendo conto delle “linee guida per la gestione dei cervidi e bovidi” vigenti, che danno indicazioni precise sulle modalità di trattamento nei confronti delle varie specie di ungulati, e considerando che il territorio della provincia di Pistoia destinato a gestione vocata risulta avere una superficie boscata superiore al 50% - mettono in evidenza che per la specie capriolo il metodo migliore per i censimenti sia quello in battuta su aree campione, per la determinazione della consistenza. Per tale metodo di censimento - dicono - si deve tendere a raggiungere il 10% della superficie boscata dell’unità di gestione (detto anche DDG) e comunque, per ciascuna unità, il tasso di campionamento medio regionale.
"Tale obiettivo, ovvero il raggiungimento del tasso di campionamento medio regionale - dicono - ci sembra ampiamente superato nelle unità di gestione vocate dell’ATC11 Pistoia, considerando che vengono effettuate 3 battute per 3 giornate di censimento, ovvero 9 battute per ogni DDG. Inoltre, attenendosi sempre alle linee guida, si nota che, per le informazioni di struttura relative alle varie specie, queste posso derivare anche da: transetti diurni o notturni con faro/termocamera; analisi dei capi post mortem (valutazione dell'età attraverso le mandibole); battute campione (solo per sex ratio); osservazioni effettuate durante le uscite di caccia; fototrappolaggio".
Pertanto - concludono - "Ci sembra inutile effettuare due censimenti a vista da punti vantaggiosi, della durata di tre ore ciascuno, per la determinazione delle informazioni di struttura, quando tali informazioni possono essere reperite con altri metodi, senza soprattutto dover gravare sullo sforzo di gestione dei selettori e considerando che taluni dati sono già in possesso dell’ATC come ad esempio, l’analisi dei capi post mortem, eseguita obbligatoriamente dai rilevatori biometrici dopo l’abbattimento di ogni capo da parte di ogni selettore".