Ha voluto subito mettere le cose in chiaro Floriano Massardi, sindaco e presidente della sezione di Federcaccia di Vallio Terme, e neo consigliere per la Lega in Regione Lombardia. Durante la sua presentazione al Consiglio Regionale, Massardi ha parlato di caccia.
Eccolo in versione integrale:
"Potrei parlarvi dei tanti problemi che attanagliano le piccole realtà come quella che sto amministrando ma altri colleghi hanno affrontato questo argomento meglio di me. Tra le peculiarità della mia terra ce n’é una di cui voglio parlarvi e per la quale in aula avrò meno amici: l’attività venatoria. Sono cacciatore da quando ho compiuto la maggiore età, ho sempre accompagnato a caccia mio padre fin da piccolo e pratico con passione la madre di tutte le nostre cacce: la caccia da appostamento fisso.
Per un bresciano la caccia è un’attività normale, soprattutto se abiti nelle valli. Considerate che al mio paese Vallio Terme, di cui sono Sindaco, su 1.400 abitanti ci sono oltre 120 cacciatori….
Nei secoli l’attività venatoria, specialmente agli uccelli, è stata una valida integrazione alla povera dieta della gente comune. Nei roccoli si catturavano gli uccelli come già facevano i romani, con l’ausilio delle reti, con i quali si faceva poi il tradizionale spiedo. Brescia e le sue valli sono una formidabile linea di passaggio di correnti migratorie di svariate specie di uccelli. Lo sapevano bene gli abitanti della mia terra fin dalla notte dei tempi e hanno costellato il nostro territorio di roccoli e poi, con l’avvento delle armi da fuoco, di capanni. Ancora oggi a Brescia quelli regolarmente autorizzati sono circa 10.000 e più di 7.000 i praticanti di questa forma di caccia.
La caccia ha contraddistinto toponimi, modi di dire, abitudini, anche il territorio: in Italia dire Brescia è dire caccia non solo grazie alle nostre aziende armiere, ma anche per il gran numero di cacciatori in attività che, pur se inesorabilmente in calo, sono ancora più di 20.000.
Dove c’è un capanno il bosco è pulito, c’è un sentiero percorribile che porta ad esso. Dove c’è un roccolo c’è un giardino, una cattedrale verde maestosa. Dove c’è un cacciatore c’è un presidio del territorio, c’è conoscenza di un bene prezioso come l’ambiente ma soprattutto dove c’è un cacciatore l’ambiente non è abbandonato ma è vissuto ogni giorno.
Il governo Renzi ha vietato il commercio di uccelli che i ristoranti bresciani utilizzavano nello spiedo: centinaia di ristoranti, soprattutto nelle valli hanno subito un duro colpo economico e con loro un indotto non da poco. Il governo Renzi ha chiuso i roccoli che grazie alle Provincie cedevano ai cacciatori gratuitamente i richiami vivi cancellando con una firma secoli di storia. Già da qualche anno si è rinunciato all’applicazione del regime di deroga per il prelievo di alcune specie rendendo di fatto quasi impossibile la continuazione della caccia alla piccola
migratoria. A tal proposito invito l’assessore competente Rolfi ad inviare a ISPRA (ricordo che il termine ultimo è il 30 aprile) la richiesta formale di parere per l’applicazione di tale regime.
Si vuole cancellare una cultura secolare, una caratteristica della terra bresciana che ci appartiene. La Lega è stata votata anche da tanti cacciatori che vedono nel nostro movimento l’unica forza politica baluardo a difesa dell’attività venatoria in difesa delle nostre tradizioni e delle nostre radici culturali, religiose ed economiche.
Credo che Regione Lombardia possa ridare giustizia, a questa categoria che pratica una passione, prevista dal nostro sistema normativo, che può non piacere a tutti ma è lecita e soprattutto è bresciana. In città a Brescia, a fianco del teatro Grande, è stata aperta una pasticceria per cani. A Natale nelle vetrine facevano bella mostra di se
confezioni di Candoro e Canettone; non condivido questo animalismo sfrenato ma nonostante questo non lo combatto con ingiurie e con infamie, lo accetto, lo ignoro e passo oltre.
La caccia a Brescia è motore economico. I cacciatori oggi investono ingenti risorse nella ricerca scientifica. Gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini non provvedono solo ai ripopolamenti e alla stesura dei piani di prelievo ma investono centinaia di migliaia di euro in miglioramenti ambientali. I progetti di eradicazione di specie infestanti come la nutria o il piccione torraiolo vedono nei cacciatori i principali attori come sempre ai cacciatori si ricorrere per i piani di contenimento dei cinghiali.
La Regione dovrà farsi carico di difendere le tradizioni venatorie ma anche sostenere progetti di riqualificazione di habitat, in pianura come in montagna, oppure incentivare quanti vogliono reintrodurre pratiche di coltivazione più sostenibili, soprattutto in montagna, riportando magari colture autoctone, perché dove c’è l’uomo c’è fauna selvatica mentre dove l’ambiente è abbandonato non sopravvive nulla. Buon Lavoro Presidente, buon Lavoro Consiglieri!".