"Rafforzare e velocizzare gli interventi di controllo degli ungulati all’interno delle singole aree protette". È quanto chiede la mozione presentata dal Pd, primo firmatario Andrea Pieroni, approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, con il voto favorevole di Pd e Lega, l’astensione della consigliera Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e il voto contrario degli altri gruppi di opposizione.
Il testo muove da quanto disposto nella legge obiettivo 10/2016 per la gestione degli ungulati in Toscana e impegna la Giunta a “valutare, qualora siano stati applicati senza successo metodi di prelievo alternativi, anche l’utilizzo della braccata per il cinghiale (tecnica di caccia che consiste nell’azione combinata di uomini e cani), in condizioni di tempo e luogo che escludano significativi impatti sulle altre specie selvatiche”.
Si chiede inoltre di “accelerare l’erogazione degli indennizzi per i danni arrecati alle culture agricole alle aziende del sistema regionale delle riserve naturali”.
“I dati appena pubblicati sui risultati ottenuti dalla legge-obiettivo ci dicono che in questi venti mesi sono stati abbattuti 215mila 575 capi. Sono tanti, ma non sufficienti ad attenuare i danni sul territorio e i rischi per l’incolumità delle persone”, spiega il consigliere Pieroni. “Il sistema deve quindi essere incentivato, soprattutto per quanto riguarda l’efficacia degli strumenti da attivare nelle aree protette”.
Il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, aveva proposto ai presentatori della mozione di limitare il testo alla seconda parte del dispositivo: “Accelerare l’erogazione degli indennizzi è pienamente condivisibile. Assolutamente inaccettabile, per noi, pensare di autorizzare la braccata addirittura all’interno delle aree protette”. La mozione, rimasta inalterata, ha ottenuto il voto favorevole del gruppo Lega nord: “Se facciamo delle leggi – ha affermato Roberto Salvini – dobbiamo applicarle per ottenere i risultati auspicati”.