Il consigliere regionale Gianluca Vignale in una nota commenta negativamente il dibattito odierno dell'assemblea sulle proposte di legge sulla caccia (quella della Giunta regionale, quella del centrodestra, primo firmatario lo stesso Vignale, e quella del Movimento 5 Stelle) .
“Se la legge del M5Stelle è riassumibile –dichiara Vignale- come la norma “PIEMONTE NO CACCIA” in quanto prevede la possibilità di cacciare solo 3 specie (fagiano, lepre e cinghiale) in due giorni la settimana, anche la proposta del centrosinistra –prevedendo il divieto di caccia per 15 specie cacciabili- è frutto di un’ideologia anticaccia”.
“La legge del centrosinistra, infatti, è profondamente sbagliata –dichiara Vignale- perché non si occupa in alcun modo della gestione del territorio da attuare anche con l’intervento dell’attività venatoria, ma ha un unico obiettivo ideologico: la contrarietà alla caccia anche in contrasto con la legge dello Stato, la legge 157 del 1992.”
“Prevedere, come nella legge Chiamparino-Ferrero, che 15 specie cacciabili diventino non cacciabili, introdurre nuovi limiti e divieti e addirittura voler introdurre da parte del centrosinistra e del M5Stelle il divieto venatorio alla domenica sono una chiara espressione ideologica contraria alla caccia”.
“Se nelle regioni a guida PD, come Friuli, Toscana, Emila Romagna e Umbria, venisse presentata una norma come quella piemontese ci sarebbe una vera sollevazione del mondo agricolo e venatorio”. “Invece di prevedere nuovi limiti –continua Vignale - è fondamentale che il Piemonte si doti di una buona legge che consenta ai cacciatori di essere strumento di controllo ed equilibrio faunistico del territorio. Solo così potremo evitare che il mondo agricolo continui a coltivare danni”.
“E’ pertanto evidente –conclude Vignale- che chi pensa di votare una legga anticaccia in realtà vota una legge contro il territorio che sarà meno presidiato e gestito e soprattutto che causerà maggiori danni al settore agricolo”.