Con propria determina del 24 aprile, la Giunta regionale dell'Emilia Romagna ha revocato le precedenti disposizioni in tema di commercializzazione delle carni di selvaggina abbattuta e integrato tali disposizioni reintroducendo la possibilità di commercializzazione per le carni di ungulati abbattuti con munizioni di piombo e quella di utilizzare le medesime munizioni anche durante i piani di controllo. Una decisione netta a favore dell'uso del piombo, che l'Emilia Romagna porta avanti autonomamente almeno sino al pronunciamento definitivo ed omogeneo a livello nazionale da parte dei Ministeri, a cui la Regione stessa si è rivolta evidenziando l'assenza di pericoli per la salute e, di contro, la pericolosità delle munizioni cosiddette atossiche.
La Giunta si è rivolta al Ministero degli Interni affinchè riconosca la pericolosità delle munizioni monolitiche ed ha sollecitato un parere uniforme da parte del Ministero della Sanità circa la tematica sanitaria legata all’utilizzo di dette munizioni. Il piombo contenuto nei proiettili “sia perché già fortemente regolamentato nella quantità sia perché non direttamente assorbibile dal corpo umano, non presenta rischi per la salute”, aveva dichiarato il Pd durante la discussione del provvedimento.
Diversi studi sia scientifici che balistici dimostrerebbero invece la pericolosità delle munizioni monolitiche (senza piombo), sia perché rischiano di prolungare l’agonia degli animali abbattuti, sia perché per la loro struttura “risulterebbero pericolose per le persone che si trovano nelle zone di caccia, aumentando il rischio che, urtando ostacoli accidentali, rimbalzino per lunghe gittate con traiettorie imprevedibili, soprattutto nelle cacciate di gruppo”.