Durante un servizio del Tg1 dedicato al birdwhacting ambientalista nel Delta del Po, andato in onda nell'edizione serale di domenica 29 aprile, il presidente Lipu, Fulvio Mamone Capria, ha detto che "in Italia tra i 5 e gli 8 milioni di uccelli selvatici vengono abbattuti illegalmente ogni anno".
Senza nulla togliere alla gravità del fenomeno del bracconaggio, da condannare sempre, non avendo niente a che vedere con la caccia esercitata nel rispetto delle regole, è necessario mettere alcuni puntini sulle i. Anzitutto, come già precisato seppur in maniera sommessa da Wwf, (che infatti utilizza gli stessi numeri nei suoi comunicati) "i reati di bracconaggio sono molto difficili da quantificare e non esiste una banca dati". Quindi al di là delle stime degli ambientalisti, non si conosce l'entità del fenomeno.
Il Presidente della Lipu non è nuovo a fornire numeri strampalati facendoli passare per dati certi. Ricordiamo ad esempio la balla dei 40 milioni di animali distrutti dagli incendi della scorsa estate (che poi ha dovuto lui stesso giustificare confessando che il calcolo comprendeva gli insetti) o quello della presunta pressione venatoria in preapertura: "600mila cacciatori che abbattono qualche decina di animali ciascuno - ha scritto Mamone Capria in un commento - sono milioni e milioni di morti. In queste preaperture se volete sparare a due/tre tortore a testa ci giocheremo circa due milioni di animali in uno, due giorni. E di questi i soggetti riproduttori che l'anno prossimo non consentiranno alla specie di aumentare".