In un recentissimo comunicato stampa la Lipu illustra gli obbiettivi del Piano d'azione governativo contro il bracconaggio, oggetto della 53esima Assemblea Nazionale dell'associazione che si è svolta a Comacchio, nel contesto della Fiera del birwatching e del turismo naturalistico.
Nella nota si riportano anche i dati relativi alle stime del fenomeno in Italia: “dai 100mila uccelli (stimati) vittime del bracconaggio nel Delta del Po ai 90mila nel sud della Sardegna; dalle 4-7mila allodole uccise in Puglia, cui si aggiungono tra i 3 e i 6mila uccelli acquatici, ai 150 rapaci ancora vittime sullo stretto di Messina, sebbene fortemente ridotti rispetto ai 10mila di metà anni Ottanta”.
La situazione pare dunque essere molto diversa da quella presentata dal Presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria al Tg1, quando, interrogato dal giornalista sul bracconaggio aveva affermato che "in Italia tra i 5 e gli 8 milioni di uccelli selvatici vengono abbattuti illegalmente ogni anno". Da 8 milioni di uccelli ai 203 mila (il conto totale nelle zone più interessate dal fenomeno in Italia) il salto è davvero enorme. L'ennesima spacconata del Presidente della Lipu, che la scorsa estate pur di far chiudere la caccia fino ad ottobre ha parlato di 40 milioni di animali morti nelle zone percorse dagli incendi, contando dunque - per sua stessa ammissione - anche gli insetti (pulci e zecche comprese? Non lo sappiamo).
Proprio perché si parla di bracconaggio, un argomento complesso e drammatico, che tutti dobbiamo condannare senza un minimo di esitazione, sarebbe bene evitare certe evidenti strumentalizzazioni che mentre mirano a fare danno al mondo venatorio nascondono realtà ben diverse, peraltro narrate dalla stessa Birdlife e documentate, a pagamento, anche da Lipu. Come se i cacciatori non dovessero già combattere nel quotidiano e silenziosamente per ristabilire la dignità di una categoria troppo spesso accomunata a chi compie simili atti riprovevoli contro la natura.
Questo episodio, l'ennesimo che ha come protagonista il Presidente Lipu, dimostra che le argomentazioni degli animalisti sono quasi sempre frutto di dati gonfiati e pre-confezionati su misura per un pubblico distratto, che beve di tutto e che non ha idea di cosa si stia parlando e a cui basta poco per dirottare il proprio 5 per mille ai paladini della natura di turno.
Tanto per ricordare e far sapere come stanno le cose a chi è davvero interessato, diamo qualche informazione in più e facciamo un po' di conti.Il recentissimo rapporto Birdlife dà un'idea di quali sono le reali cause di certi squilibri che toccano la biodiversità faunistica e ornitica, primi fra tutti il cambiamento del clima e l'agricoltura moderna che porta con sè veleni e morte.
In più, dal Rapporto Lipu-Birdlife sugli uccelli nidificanti in Italia, si scopre che le cifre sbandierate da Lipu, pur roboanti che siano, poco incidono sui contingenti, peraltro attaccati da ben altre minacce. Una piccola riprova? Provate a leggere quante sono le coppie nidificanti in Europa e fatte due semplici calcoli. Possiamo dire che - tenendo conto della rispettiva collocazione nella scala gerarchica, dallo scricciolo all'avvoltoio degli agnelli - una coppia di uccelli, mediamente, mette al mondo ogni anno almeno tre piccoli. Che porta quindi ad almeno cinque soggetti (tre piccoli più due adulti) per coppia.
Ebbene, prendendo solo le prime dodici significative specie citate nel rapporto (Cappellaccia, allodola, topino, rondine montana, rondine, balestruccio, prispolone, pispola, cutrettola, ballerina bianca, scricciolo, pettirosso) sulle duecentocinquanta specie indagate (ma in Italia ve ne transitano almeno cinquecento), si arriva alla bella cifra di oltre 850 milioni di soggetti. Faccia un po' i conti, Mamone Capria di quanto possono incidere in percentuale le cifre da lui denunciate, e veda di convincersi una buona volta di indirizzare le sue truppe (che dicono, quelle si, in rapida estinzione) verso ben altre minacce, che se non individuate e contrastate con efficacia possono davvero porre in pericolo il nostro grande patrimonio alato.
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