"Bisogna tornare in piazza! Senza esitazioni e senza divisioni”. Lo scrive in una nota Paolo Sparvoli, Presidente nazionale della Libera Caccia, associazione tra le promotrici della manifestazione in programma per l'8 giugno a Torino. "Tutta la caccia, non solo quella piemontese, - scrive - sta vivendo uno dei suoi momenti più allarmanti e bisogna correre ai ripari".
A Torino si attendono migliaia di cacciatori, non solo piemontesi. “Sarà una manifestazione di civile e pacifica protesta, ma anche d'orgoglio! - scrive Sparvoli -. Un'occasione unica per sensibilizzare il mondo politico sull'importanza dell'attività venatoria all'interno della nostra Società, con il suo ruolo insostituibile di gestione del territorio e dell'ambiente, di rispetto e tutela delle biodiversità".
La scelta del luogo non è casuale, "perché in Piemonte i cacciatori da qualche anno stanno subendo il duro attacco della politica regionale, con divieti e limitazioni all'attività venatoria che non hanno eguali in nessun'altra regione italiana. Anche il nome scelto dagli organizzatori, "La Caccia s'è desta", la dice lunga sulle finalità dell'evento e sulla volontà di dargli un respiro molto più ampio, non solo piemontese".
Sull'esame del ddl 182, Anlc mette in guardia: "potrebbe diventare la pietra tombale sull'attività venatoria in quella splendida Regione. Bastano solo tre esempi per capire la drammaticità di queste proposte: niente attività venatoria la
domenica; divieto di cacciare ben 15 specie consentite dalla legge 157/92; chiusura totale alla "tipica fauna alpina", da sempre vanto e tradizione dei cacciatori di montagna". Secondo Anlc altre regioni potrebbero prendere spunto da quese novità.
L'Associazione Libera Caccia "scenderà in piazza con associati e bandiere, semplici cacciatori e dirigenti, e come noi debbono fare gli altri, tutti coloro che dicono di voler difendere gli interessi della categoria e che ora hanno la possibilità di dimostrarlo".
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