La Provincia di Rovigo ha messo a punto un piano di eradicazione della minilepre. L'obbiettivo è quello di portare all'eliminazione o comunque alla significativa riduzione della specie in cinque anni perché non autoctona. Originaria del nord America, qui, come altrove, è stata introdotta illegalmente negli anni 60 a scopo venatorio. Nel Delta del Po il silvilago pare si sia adattato fin troppo bene. Mancano stime precise ma si parla di oltre mille esemplari.
Solo nella zona di San Basilio, comune di Ariano nel Polesine, si legge sul Corriere veneto, durante una ricognizione notturna è emersa una densità di 32 esemplari per chilometro quadrato.
"La massiccia presenza può causare gravi danni all’agricoltura", dice Marco Trobini, presidente della Provincia. Ma sono anche altri i rischi. In America l’animale è portatore di alcune gravi patologie, che possono contagiare altre specie di lepre. Non è da escludere, inoltre, che possa entrare in competizione con le specie locali, con danni all’ecosistema.
Il Piano prevede l'impiego di reti di cattura e di gabbie trappola selettive. Strumenti sperimentali, che dovrebbero permettere di catturare solamente la lepre del Silvilago, senza comunque danneggiare l’animale preso e quindi permettendo la liberazione in caso di errore. Oltre a questo, saranno organizzate vere e proprie battute di caccia, anche oltre la stagione venatoria e con la previsione di abbattimenti notturni.