Con un disegno di legge di riordino la Giunta regionale del Veneto riporta in capo alla Regione le funzioni provinciali in materia di caccia e pesca. A seguito della riforma Delrio, che ha ridimensionato le competenze delle Province in particolare nei settori venatorio e di gestione della pesca sportiva e professionale, la Giunta interviene con una propria iniziativa legislativa per dare piena attuazione alla riforma intrapresa e rendere più coerente il quadro legislativo in materia.
I dieci articoli del testo di legge - che ora passano all’esame del Consiglio veneto - modificano le leggi esistenti, alla luce della nuova distribuzione delle competenze tra livello centrale e periferico. Il riordino valorizza la specificità della Provincia di Belluno, che conserva la titolarità delle funzioni di gestione in materia faunistico-venatoria e ittica, in attuazione dello Statuto del Veneto. Inoltre, riconosce anche alle altre province la possibilità di gestire le funzioni amministrative in materia faunistico venatoria.
Per quanto riguarda la pesca, il disegno di legge prevede che sia la Giunta a rilasciare le autorizzazioni per l’acquacoltura e a nominare gli agenti per la vigilanza sulla pesca (le concessioni vigenti saranno prorogate sino a fine 2020); conferma la nomina da parte dell’esecutivo veneto della Consulta regionale per la pesca dilettantistica e sportiva; e ribadisce il ruolo del nuovo servizio di vigilanza regionale, da poco istituito, che accorpa su scala regionale i corpi di polizia regionale.
Anche per quanto riguarda la caccia, il nuovo impianto normativo proposto riporta in capo alla Regione, oltre alla vigilanza venatoria, competenze sinora svolte dalle Province, come il rilascio del tesserino di caccia e l’abilitazione all’esercizio venatorio, il controllo della fauna selvatica, l’istituzione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, l’individuazione degli appostamenti nelle lagune e il rilascio di concessioni, la gestione degli ungulati e le misure di contenimento della nutria.