Proseguiamo con le nostre interviste ai parlamentari italiani. Pugliese Doc, Mauro D'Attis, 45 anni, esperto in economia finanziaria e assicurativa, fa parte del Gruppo Forza Italia alla Camera. Politico di lungo corso, prima di approdare in Parlamento ha svolto la sua attività pubblica nel brindisino. Queste le sue dichiarazioni a proposito della caccia e delle sue prospettive.
Cosa pensa della caccia?
La caccia è un attività di grande valenza sociale ed ambientale capace di coniugare in modo efficace le tradizioni con il rispetto della natura e dei suoi cicli. È necessario riconsiderare il ruolo del cacciatore nella gestione dell’equilibrio faunistico-ambiente, indispensabile per la salvaguardia della biodiversità.
Prevede di occuparsi delle questioni della caccia nella sua attività di parlamentare?
Le questioni della caccia rientrano nel corretto governo del territorio e delle componenti ecologiche. L’attività legislativa non può non occuparsi di attività venatoria e di corretto prelievo. Un esempio emblematico è dato dalla presenza massiccia degli storni nella regione di mia provenienza. La loro presenza incontrollata determina ingenti danni all’olivicoltura pugliese:
Ha o ha avuto esperienze dirette con questa attività, o tramite amici e conoscenti? Quali considerazioni ne può trarre?
Ho grandi amici legati al mondo venatorio e le considerazioni che posso trarre sono quelle che date le normative sempre più stringenti sulla detenzione di armi da fuoco, il possesso di un porto d’armi diventa quasi una certificazione di buona cittadinanza. Al di là di tutto bisogna riconoscere nei cacciatori una forma effettiva di controllo delle specie animali contribuendo ad un equilibrio ecologico fortemente alterato da altre attività umane.
Ritiene che l'attuale legge sulla caccia (157/92) debba essere riformata? Eventualmente come?
La Legge 157/92 ha rappresentato un momento di svolta fondamentale per l’attività venatoria. Infatti, con quella norma non si parla più di caccia ma di prelievo venatorio, proprio per dare l’idea di una attività compatibile con le risorse faunistiche presenti su un territorio. La normativa ora dovrebbe occuparsi di gestire in modo più efficiente ed efficace gli strumenti di gestione dei territori attraverso un uso più corretto della P. A. coadiuvata dal mondo dell’associazionismo ambientale e venatorio.
Conosce l'impegno dei cacciatori nel volontariato, nella gestione faunistica e ambientale, nelle attività umanitarie?
Molti cacciatori sono anche iscritti e ricoprono ruoli importanti nel mondo dell’associazionismo ambientalista finalizzando la loro attività non solo come guardie venatorie volontarie, ma anche come preziose sentinelle delle aree protette soprattutto nei periodi estivi per la prevenzioni di incendi.
Secondo lei, quale dovrebbe essere il futuro dell'attività venatoria nell'attuale contesto sociale ed economico?
La caccia, insieme alla raccolta, è il più antico sistema che gli esseri umani hanno adottato per utilizzare le risorse della natura. La fauna ha grande valore sotto diversi aspetti: un valore naturalistico, un valore biologico, un valore economico (carne “biologica” e pregiata, ma anche offerta turistica ovvero, al contrario, incidenti o danni), un valore simbolico, un valore estetico e, non dimentichiamolo, un valore emotivo. Valori che ognuno interpreta secondo la propria cultura e sensibilità.
I cacciatori devono tenerlo presente, perché, come abbiamo spiegato, essi intervengono su un patrimonio pubblico e di questo devono giustamente rendere conto a tutti. I cacciatori, se lo vorranno, potranno essere non solo uno strumento di gestione della fauna, ma anche una risorsa utile per avvicinare le persone alla natura: mettendo a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza, mettendosi in gioco. Con la volontà di creare un dialogo nuovo ed evoluto con il resto della società. Un dialogo che sia utile agli uomini, alla fauna selvatica ed all’ambiente. Con il fine importante di ridisegnare un rapporto con la natura saggio ed equilibrato, consapevole, più competente e finalmente condiviso.
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