A una settimana dal via libera al Piano storni, la Giunta regionale dell'Emilia Romagna comunica il via libera anche di quello per il controllo dei corvidi, valido fino al 2022. Il documento stabilisce i tempi di attuazione e il numero di capi massimo per il prelievo.
Dopo aver ricevuto il parere vincolante e positivo di Ispra diventa ora pienamente operativo il Piano approvato dalla Giunta che consente per prima cosa di intervenire in difesa di frutteti e altre coltivazioni per limitare i danni. In seconda battuta, il piano di controllo dei corvidi, punta a limitare la predazione sulle nidiate di alcune specie di fauna selvatica oltre a rientrare nell’attività di sorveglianza per la West Nile e per il virus Usutu realizzata con il monitoraggio sanitario dei corvidi da maggio a settembre.
Gli agricoltori possono richiedere alle polizie di attivare il piano di controllo che può essere effettuato anche dagli stessi agricoltori, se in possesso della licenza di caccia, e da operatori selezionati e abilitati da corsi di gestione faunistica.
Cosa prevede il piano
Il piano, che durerà fino al 2022 è valido per l’intero territorio con esclusione dei Parchi nazionali e delle Aree protette regionali. Per i siti Natura 2000, nella sua applicazione, vengono adottate misure particolari a tutela delle specie protette.
In tutta l’Emilia-Romagna, ogni anno, il piano di controllo non dovrà superare l'abbattimento complessivo di 22.500 cornacchie, 46.500 gazze e 16.500 ghiandaie, distribuite secondo le diverse necessità dei territori provinciali. L’indicazione del numero di capi che possono essere prelevati tiene conto di quanto già autorizzato dai piani provinciali, in considerazione dei risultati positivi ottenuti rispetto ai danni all’agricoltura.
Di norma gli interventi per limitare i danni saranno effettuati tra il 1° marzo e 31 ottobre periodo che, nel caso delle piante da frutto, coincide con le prime fasi di sviluppo fino alla raccolta mentre per le colture erbacee e ortive alla fase di semina e di maturazione.
Per le finalità anti predatorie, negli istituti pubblici e privati di produzione e protezione, negli Ambiti territoriali di caccia e nelle Aziende faunistico venatorie il periodo è compreso fra il 1° marzo e il 31 agosto.
Una volta attivati, i piani ricadono sotto la diretta responsabilità delle Province o della Città metropolitana di Bologna che autorizzano e coordinano l’attività e gestiscono le richieste di intervento. Entro il 31 marzo di ogni anno sarà inviato alla Regione il resoconto mensile dell’attività di controllo con il numero di operatori impiegati, le uscite, i capi rimossi, le località interessate. La rilevazione sistematica dei danni permetterà di monitorare l’efficacia del piano.