Martedì 29 maggio si è svolto il primo incontro didattico “uomo-natura” con alcune classi dell’istituto Paolo Savi di Viterbo. Le associazioni Cacciatori della Tuscia e Libera caccia hanno voluto fortemente l’evento, finanziandolo con mezzi propri, per avvicinare i ragazzi al mondo affascinante e a volte incompreso della caccia.
Un incontro dove si è raccontato ai ragazzi di come l’uomo, sin dalla preistoria, ha collaborato con la natura e come tutto si è trasformato ed evoluto fino ai giorni d’oggi, di come è nata la caccia e l’importanza di essa al giorno d’oggi.
Ho presentato ai ragazzi la mia Gina, una setter di circa 5 anni che mi accompagna nelle mie avventure venatorie, ho cercato di raccontare loro il grande legame che abbiamo io e lei. Ho spiegato loro che il rapporto dell’uomo nei confronti della natura deve essere basato sul rispetto, per tutelare tutte le specie.
I cacciatori ogni anno immettono in natura grandi quantità di specie autoctone che negli ultimi anni hanno subito un calo numerico a causa di pesticidi, di predatori che si riproducono a dismisura soprattutto all’interno dei parchi, ad approfondire questo argomento ci ha pensato Massimo Ceccarelli, segretario generale nazionale dell’associazione nazionale libera caccia, che anche grazie al suo sostegno abbiamo potuto avviare questo progetto. Abbiamo spiegato loro la grande differenza fra bracconiere e cacciatore, cosa importante da dire, perche purtroppo quasi sempre sui media e sulle tv passano notizie di bracconaggio ma a tali soggetti viene attribuito l’agettivo di cacciatore.
Il passo successivo è stato lo spettacolo di falconeria a cura dei Falconieri del re, venuti da Siena per incantare i ragazzi con i loro rapaci, fra un volo e l’altro Gianluca Barone ha spiegato ai ragazzi le loro caratteristiche ed il loro utilizzo nel mondo venatorio, hanno avuto la possibilità di avvicinarsi per qualche scatto, è stato emozionante vederli tuttti cosi attenti ed incuriositi agli argomenti trattati.
Visto il grande successo spero con tutto il cuore di poterlo ripetere in altre scuole. Avrei voluto leggere ai ragazzi alcune parole di Indro Montanelli, scrittore e cacciatore, ma purtroppo un piccolo acquazzone ci ha costretti a scappare ma ci tengo a scriverle:
“Il mio giudizio è di parte, e la parte è quella dei cacciatori, perchè lo sono stato anch’io, con passione. E se potessi lo sarei ancora. No, i nemici della caccia il vero cacciatore non lo conoscono, e quando parlano di caccia, il vero cacciatore non capisce le loro parole; e se le capisce, li compatisce. Li considera gente cui è mancato, nella vita, uno dei godimenti più poetici, puri, esaltanti che la vita ancora può riservare. Quello dell’uomo che esce di casa con la doppietta a tracolla non è il piacere di uccidere; è quello del ritorno alle sue ataviche origini nell’ambiente delle sue origini, quali sono il bosco e la palude. Se lei mi dice che questo piacere le è del tutto estraneo, io non trovo nulla da obiettare; mi permetto soltanto di compiangerla un po’ perchè ho l’impressione che le manchi qualcosa”.
Vorrei ringraziare la dirigente del Paolo Savi, Maria Patrizia Gaddi,sempre attenta e sensibile alle espressioni del territorio ed alle esigenze formative a 360 gradi degli studenti; i professori che hanno accompagnato i ragazzi, Giulio Della Rocca, associazione nazionale libera caccia e i Falconieri.
Antonietta Mechelli