“Pochi agenti e intoppi burocratici”, così l'Assessore all'Agricoltura, Stefano Mai, di fronte alle richieste di intervento sui cinghiali da parte degli agricoltori della Cia. “Il mio assessorato ha ben chiaro il problema che rappresenta la presenza invasiva di cinghiali e ungulati in generale sul territorio ligure - risponde Mai -. Ricordo che abbiamo varato, nel 2016, la normativa sulla difesa del fondo, che consente già agli agricoltori professionisti, titolari di azienda agricola e possessori di porto d'armi da caccia, la possibilità di abbattere gli ungulati nei loro appezzamenti, dopo averne dato comunicazione e dopo la verifica del corpo di vigilanza regionale. Inoltre abbiamo approvato una nuova norma, dopo l’impugnativa da parte del vecchio governo, per poterci avvalere dei cacciatori, previa corso di formazione apposito, per affiancare la vigilanza regionale. I corsi di formazione sono partiti e a breve avremo cacciatori abilitati a svolgere questo compito”.
Mai ricorda i tanti intoppi burocratici, dovuti anche all'impugnativa della legge regionale sul controllo faunistico. “Prima, oltre agli 80 agenti di polizia provinciale, avevamo circa ottomila cacciatori che davano un supporto fondamentale nelle battute di controllo. Dopo il provvedimento del governo, che ha dichiarato anticostituzionale la nostra norma, siamo rimasti con soli 23 agenti a livello regionale, decisamente insufficienti a gestire la situazione, nonostante il grande impegno e disponibilità».
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