Si è appena svolta la prima udienza al Tribunale di Brescia in merito all'inchiesta dei Carabinieri forestali di Vobarno sui piani di contenimento dei cinghiali svolti in provincia con l'ausilio dei cacciatori. Il pubblico ministero Ambrogio Cassiani aveva chiesto la sospensione dell’incarico per un anno per il comandante della Polizia provinciale Carlo Caromani, alcuni agenti e dirigenti delegati della Regione Lombardia.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Bonamartini - fa sapere la Federcaccia di Brescia - , ha però accolto le tesi difensive ed ha rigettato le richieste del Pubblico Ministero precisando che “l’attività di controllo della popolazione di cinghiali è stata svolta da parte della provincia di Brescia in linea con il contenuto del regolamento che il medesimo ente aveva adottato” precisando inoltre che “…..E’ evidente l’assenza di profili di illegittimità di tali provvedimenti…..”.
Questa vicenda giudiziaria, tutt'altro che risolta, è la dimostrazione diretta delle conseguenze di una situazione da sistemare a livello nazionale. E' dovere del Governo affrontare velocemente la modifica della legge nazionale 157/92 per permettere lo svolgimento dei piani di contenimento, legittimando la partecipazione dei cacciatori. "Fino ad allora - precisa Fidc Brescia - il controllo dei cinghiali potranno effettuarlo sono i carabinieri forestali e la polizia provinciale".