Il Piano di abbattimento dei cinghiali della Provincia di Alessandria, in vigore da aprile scorso, è appena stato sospeso dal Tar su ricorso di due associazioni animaliste, Earth e Associazione vittime della caccia.
Secondo i giudici è fondato il motivo di ricorso, visto che l’amministrazione provinciale, nell’approvare il piano, ha fatto riferimento a un parere Ispra risalente al 2013, relativo al regolamento per l’attuazione del piano di controllo del cinghiale per gli anni fino al 2018. Secondo il Tar la Provincia avrebbe dovuto chiedere un nuovo parere all’Ispra.
"Ci siamo basati sul parere del 2013 - spiega il presidente Baldi - perché l’Ispra di solito impiega tempi molto lunghi per esprimersi e il piano approvato faceva ovviamente riferimento al regolamento considerato valido. Purtroppo, ancora una volta, la burocrazia si dimostra più forte del buon senso. C’è un problema grave per il territorio da affrontare, cioè i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole ma, come è successo per i caprioli, non si riesce a trovare un metodo per andare incontro alle esigenze degli agricoltori e non solo. Se si continua così rischiamo di avere le campagne abbandonate".
Il Tar ha fissato l’udienza di merito per il 20 novembre, fino ad allora niente contenimenti sul territorio alessandrino. Ringrazieranno gli agricotori.