A commento dell'ingarbugliata situazione umbra sul risarcimento dei danni causati dal cinghiale, dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto agli Atc di chiedere i fondi necessari ai cacciatori, Cia Umbra fa presente che gli Atc devono ancora erogare i risarcimenti del 2017 e che ci vuole un nuovo approccio al contenimento. Cia ritiene fondamentale lo snellimento delle procedure burocratiche per la richiesta degli indennizzi e la liquidazione dei danni degli anni precedenti.
"Non è più possibile attendere così a lungo per ricevere i risarcimenti, i nostri agricoltori stanno subendo danni devastanti sulle produzioni - dichiara Matteo Bartolini Presidente della Cia - i quali con le loro colture “sfamano” oramai da tempo gli animali selvatici di proprietà dello Stato mentre gia' negli altri Paesi Europei l’animale è di proprietà del titolare del fondo in cui si trova".
"Tutti - continua il presidente - agricoltori, cacciatori, ambientalisti e Istituzioni si devono interfacciare con le incongruenze che in questi anni hanno collocato l'agricoltura collinare e montana in una posizione di subalternità rispetto all'attività venatoria" scrive Bartolini.
Gli agricoltori chiedono "un Piano Pluriennale che garantisca controllo, prevenzione e protezione per il futuro e che avvii al più presto possibile un percorso in collaborazione tra gli agricoltori delle altre regioni e le istituzioni politiche locali affinché il Governo centrale modifichi la Legge Nazionale in materia di protezione della fauna selvatica".