“Dobbiamo pensare che una semplice opinione del nuovo Ministro dell’Ambiente faccia legge?”. Lo scrive in una nota il Presidente di Arci Caccia Lazio, Giuseppe Pilli, facendo presente che dal calendario venatorio appena approvato, è sparito l'allegato relativo alla preapertura.
Pilli fa sapere che diversamente, in sede di consultazione preventiva con il mondo venatorio, dagli uffici dell'assessore era stato lasciato intendere che anche la Regione Lazio si sarebbe uniformata alle Regioni limitrofe. Toscana e Umbria infatti “hanno già tranquillamente deliberato per la preapertura e garantito per tempo ai cacciatori interessati certezza sul come poter affrontare l’imminente stagione venatoria” scrive Pilli.
“Forse i precari equilibri di consiglio non consentono a Zingaretti di fare quello che ha sempre fatto, anzi di migliorarlo come s’era auspicato, uniformando le date e allargando anche alla specie affine colombaccio la preapertura, sempre in sintonia con le regioni limitrofe”, si legge nella nota di Arci Caccia, nella quale si fa presente che l'Assessorato regionale ha riproposto una delibera di Giunta che norma l'assetto degli Atc, obbligandoli entro il 2018 a comprimere i componenti nei Comitati di Gestione, riducendoli obbligatoriamente a 10 e dunque, scrive Arci Caccia Lazio “impedendo di fatto la rappresentanza delle Associazioni Venatorie e la partecipazione democratica”. Arci Caccia Lazio chiede alla Regione di chiarire la situazione.