Il Tar di Trento ha sospeso la delibera provinciale con le prescrizioni per l'esercizio della caccia nella stagione 2018 - 2019 nella parte in cui consente di esercitare entrambe le opzioni di caccia (vagante e appostamento), sottoponendo la questione alla Corte Costituzionale.
I giudici hanno accolto in parte la domanda cautelare avanzata da Pan-Eppaa, Lipu, Wwf, Legambiente, nonché dal consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi, sul contrasto della disposizione rispetto alla legge nazionale, respingendo però gli altri quattro motivi di ricorso, in merito all'esercizio dell'attività venatoria all'interno delle aree protette di interesse provinciale (accolte le tesi della Provincia e dell'associazione Cacciatori Trentini che hanno ribadito come i prelievi siano regolati dalle previsioni dei Piani faunistici degli stessi Parchi); alla durata dei periodi di caccia di selezione (la deroga di massimo 61 giorni è «giustificata dalle ragioni di tutela del patrimonio faunistico» ed è un dato ormai acquisito nella giurisprudenza; agli orari di caccia ed all'omessa previsione di un carniere stagionale. Il Tar qui ha constatato che la previsione di carnieri stagionali non ha fondamento legislativo.
La questione sulla duplice opzione dunque passa alla Corte Costituzionale, che si spera possa esprimersi prima dell'avvio di stagione, per non pregiudicarne il regolare avvio. Cosa che comunque può essere evitata anche da ulteriori provvedimenti della Provincia.