“Prendo atto che il Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri sera, ha deliberato l’impugnativa della legge regionale piemontese sulla caccia, licenziata a giugno". Lo dichiara Francesco Bruzzone, Senatore della Lega, a commento dell'impugnativa decisa dal Governo nella seduta del Cdm dell'8 agosto.
"Erano a mio avviso palesi alcuni motivi di incostituzionalita' della legge, peraltro ripresi dal Governo stesso" evidenzia Bruzzone, ricordando che la manifestazione che si era tenuta nei mesi scorsi a Torino davanti alla sede della Regione "aveva duplice significato: da una parte, segnalare la grave insoddisfazione del mondo venatorio, dall’altra evidenziare al presidente Chiamparino che il Consiglio Regionale stava andando su una strada che travalicava i confini delle sue competenze".
Bruzzone spiega i motivi dell'impugnativa: "Erano palesi le contraddizioni con il Codice Civile per quanto riguarda l’accesso ai fondi da parte dei cacciatori, da più parti in contrasto con la Legge nazionale 157/92 per quanto riguarda l’elenco delle specie cacciabili e le giornate di caccia. In attesa della sentenza della Corte Costituzionale, appare logico che la Regione Piemonte sospenda ogni velleità applicativa di questa norma e si attenga alla legge 157 mantenendo la lineare applicazione del Codice Civile per la parte relativa all’accesso ai fondi e mantenendo giornate e specie cacciabili così come previsto dalla legge nazionale. Non sarebbero gradite a nessuno restrizioni pretestuose che potrebbero successivamente portare anche a una richiesta di risarcimento danni da parte delle categorie interessate - cacciatori, agricoltori ma anche ambientalisti - considerato che la legge nazionale per la quale si chiede il rispetto prevede in primis la tutela della fauna selvatica”.