Il piccione comune, così come lo storno, è in continua crescita in Toscana. Così come i danni che provoca ed annessi rischi sanitari (sono veicoli di trasmissione di malattie infettive come: la salmonellosi, l’ornitosi, la borrelliosi, la toxoplasmosi, l’ encefalite e la tubercolosi). E' per questi motivi che la Confederazione Cacciatori Toscani ha rivolto alla Regione il proprio appello affinché si possa in futuro aprirne la caccia.
“Data quindi la parziale efficacia dei controlli effettuati sulla specie fino adesso, anche a causa di un iter autorizzativo al prelievo della specie decisamente troppo lungo – scrivono dalla CCT - , vorremo sviluppare una riflessione che porti al più presto a poter ragionare, in merito al prelievo del piccione, non solo tramite interventi di controllo o comunque con autorizzazioni di prelievo speciali, ma anche con la forma della caccia tradizionale. L’attività venatoria può svolgere un ruolo importante ed aggiuntivo come strumento di prevenzione ed intervento anche sotto il profilo sanitario. Un prelievo più esteso per numero di partecipanti, su ampi territori, e in momenti ben definiti, potrebbe assicurare una ottima forma di intervento e prevenzione. Per tali ragioni la Confederazione Cacciatori Toscani ha chiesto e continua a chiedere alla Regione Toscana un impegno per trovare le possibili strade legislative al fine di consentire il prelievo del “Piccione” almeno nelle giornate di pre-apertura. Ciò rappresenterebbe un segnale positivo per gli agricoltori e per tutti i cittadini”.
Preapertura caccia 2018: dove quando come