Riceviamo e pubblichiamo:
L’articolo a firma di Susanna Tamaro, pubblicato (con richiamo in prima pagina) sull’edizione del 5 aprile de il Giornale, è davvero straordinario. In tutti i sensi.
Infatti, mentre è assai poetico e toccante nella sua parte iniziale, altrove e soprattutto nella scheda che lo correda, è approssimativo e palesemente falso. Soprattutto quando lamenta la scomparsa delle rondini, quando descrive i boschi ridotti a immonde discariche, e in particolar modo quando ipotizza battute di caccia con visori notturni e puntatori laser.
La signora Tamaro è padronissima di andare dove la porta il cuore ed è ammirevole che incoraggi anche gli altri a farlo. Ciò che, invece, non è assolutamente ammirevole, anzi profondamente deprecabile, è l’uso che la scrittrice fa del suo computer per continuare a divulgare una assurda e ignobile mole di inesattezze e di vere e proprie falsità sul progetto Orsi.
Che c’entrano i boschi pieni di batterie scariche e sanitari dismessi con la caccia? Tra l’altro, in ogni parte di Italia, si registrano migliaia di interventi di bonifica da parte dei cacciatori.
E che c’entra la caccia con la scomparsa delle rondini e delle upupe? Mi rifiuto di credere che la mamma della signora, da buona cacciatrice, allineasse sul tavolo della cucina simili specie; al massimo si sarà trattato di qualche tordo per una bella polentata. Né credo che i suoi amici cacciatori, che la deliziano spesso e volentieri con gustosi e salutari cosciotti di cinghiale, prima dell’apertura della caccia si dilettino a cacciare le rondini o i pettirossi. Loro sono sicuramente persone serie e queste cose non riescono nemmeno ad immaginarle.
Più realisticamente, credo che nell’articolo della signora Susanna appaia evidentissimo il sintomo di quella grave patologia conosciuta come sindrome di Nimby, not in my back yard, non nel mio cortile (o nel mio agriturismo). Sembra infatti assai verosimile che la scrittrice paventi soprattutto la defezione dei turisti del nord Europa; ma è una preoccupazione infondata perché nei loro Paesi: Inghilterra, Finlandia, Islanda, ecc., quei signori non solo vanno a caccia, ma si fanno accompagnare dai nipotini, anche di quindici anni, senza che nessuno –al contrario di quanto sta accadendo in Italia– si strappi i capelli per questa “disgustosa oscenità culturale” (??!!)
Se poi la signora Tamaro, che pure afferma di essere estremamente pragmatica, teme veramente di vedere nella notte del 10 agosto il puntatore laser di qualche cacciatore, allora mi permetto sommessamente di darle un consiglio: per non avere simili incubi, smetta di credere alle solite leggende metropolitane, e provi a leggerla davvero la proposta del senatore Orsi.
E dopo averla letta fino in fondo, prepari un altro servizio (breve, breve, questa volta) per dirci in quale articolo e comma ha letto che è prevista la caccia con i visori notturni.
Ovviamente, se questa scempiaggine non l’avesse scritta una famosa ed apprezzata scrittrice, ma uno qualunque dei tanti “informatissimi” propagatori di allarmismo, il suggerimento sarebbe stato sicuramente meno rispettoso e più colorito: “Cambia spacciatore, perché ti sta rifilando della robaccia”.
Mauro De Biagi
Leggi l'articolo di Susanna Tamaro Se la caccia diventa strage io non ci sto