Nathan Labolani, il diciannovenne tragicamente scomparso durante una battuta al cinghiale ad Apricale, vicino ad Imperia, secondo le prime ricostruzioni pare avesse con sé un fucile da caccia (calibro 12) e parecchie munizioni oltre ad un coltellino e una torcia. A dirlo è il quotidiano Riviera24, riferendo delle indagini sull'omicidio colposo (questa l'accusa per il cacciatore che ha sparato) di domenica 30 settembre durante una battuta al cinghiale. I Carabinieri ora stanno indagando sulla proprietà di fucile e munizioni e sul motivo per cui Labolani si trovasse lì, armato pur non essendo in possesso del Porto d'Armi.
Stando dunque a quanto si apprende dalla stampa locale, che va a confermare le tante indiscrezioni circolate sul web già dalla giornata di ieri (è sembrato subito anomalo che il ragazzo si trovasse in una zona così impervia a quell'ora del mattino), la vittima non era un escursionista, come era stato subito battuto dalle agenzie stampa.
La verità dunque sembra essere molto diversa da quella sbandierata dagli anticaccia che, buttandosi a capofitto sulla tragedia, hanno subito chiesto di vietare l'attività per tutelare chi frequenta i boschi. Che dire poi della impulsiva richiesta del Ministro Costa alle Regioni data in pasto alla stampa senza aspettare di sapere come si sono svolti i fatti? La battuta, come sempre accade, era stata segnalata con apposita cartellonistica, il che di norma basta a far desistere gli escursionisti dall'accedere in corso di battuta.
Ciò non toglie, e vogliamo ribadirlo in maniera decisa, che quanto successo doveva essere evitato. L'uomo che ha sparato, un cacciatore 29enne, ha fatto un errore imperdonabile. Non è infatti ammissibile sparare in direzione di un cespuglio, senza sapere a cosa si stia mirando. Non ci può essere nessuna scusante e nessun altro motivo che possa giustificare un gesto tanto scellerato, quanto riprorevole. Anche se sembra che l'uomo avesse urlato prima dello sparo in direzione del cespuglio dietro al quale si era accovacciato il giovane. Accortezza che certo non basta per evitare tragedie come questa.
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