Sulla scia delle proteste contro la caccia a seguito dell'incidente di Apricale, il Ministro Costa è deciso a mettere i bastoni tra le ruote alle Regioni. E lo fa affidando alla platea di facebook dichiarazioni quantomeno opinabili, smentite dai fatti, che sono le decine e decine di sentenze dei Tar, oltre che le stesse disposizioni di legge.
Costa infatti lascia intendere che solo Ispra può dare pareri scientifici e che questi non possono essere superati o smentiti dalle Regioni. In risposta alle richieste ricevute, immaginiamo da cittadini contrari alla caccia, spinti dall'indignazione per una vita spezzata, il Ministro all'Ambiente scrive “le mie convinzioni purtroppo valgono poco”. E aggiunge: “Quello che posso fare, e che sto facendo, è accertarmi che i pareri Ispra, che vengono emessi per la stagione venatoria siano rispettati”.
“Non è accettabile – continua - che le indicazioni della massima Autoritá scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi. Quindi agirò con fermezza nell'interesse del nostro patrimonio faunistico e nella piena indipendenza tecnica di Ispra”. Costa dunque non sa, o fa finta di non sapere, che è piena facoltà delle Regioni portare dati diversi da quelli di Ispra, validi tecnicamente quanto e più quelli dell'Istituto di ricerca nazionale, che per giunta in più occasioni ha ammesso la propria impotenza rispetto alla necessità di censimenti e stime aggiornati. I Calendari venatori, per legge, infatti, devono basarsi sui migliori dati disponibili, riferiti localmente.
Costa ribadisce ancora il proprio appello alle Regioni “affinchè modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la Natura senza correre il rischio di morire. Per adesso, con le competenze date al Ministero dell'Ambiente, è quanto si può fare. Il Parlamento potrá fare le dovute valutazioni su ipotesi di riforma della normativa che consentano maggiore sicurezza e una migliore gestione dell'attivitá venatoria”.