In Emilia Romagna torna in discussione il Piano Faunistico Venatorio 2018 - 2023. La Commissione Politiche economiche lunedì scorso ha ripreso l'esame del testo, e degli emendamenti presentati, in vista della discussione in assemblea prevista per novembre.
"Prima di arrivare in Aula - ha spiegato il relatore Mirco Bagnari - approfondiremo le osservazioni emerse dopo l'udienza conoscitiva e ci confronteremo sulle proposte di modifica. La gestazione di questo Piano è stata lunga ma è opportuno prenderci ancora qualche momento per ragionare". Massimiliano Pompignoli della Lega nord (relatore di opposizione in pectore), nel suo intervento ha voluto porre l'accento sulla "gestione del problema cinghiali", ma anche sulla necessità di arrivare alla revisione della legge regionale sulla caccia: "Penso che definire il Piano faunistico regionale senza aver revisionato la legge sia sbagliato".
Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle ha chiesto conto del "costo ambientale del piombo", ma anche del peso che "la caccia ha sui contribuenti visto che i cacciatori rappresentano solo l'1% della popolazione". Cras (Centri recupero animali selvatici) e ibridi lupo-cani sono gli altri argomenti toccati dalla pentastellata: per i primi ha chiesto "presidi meno distanti dalla montagna", per i secondi ha invece plaudito all'assessore per il metodo con cui si catturano e si sterilizzano gli esemplari: "il fatto che non vengano uccisi è un'ottima notizia ed è un bene che vengano individuati e poi sterilizzati".
Durante la stessa Commissione l'assessore Caselli ha anche aperto alla possibilità di modificare la legge regionale che regolamenta la caccia sempre che "la proposta di modifica sia concentrata su pochi punti e sia molto chiara". Anche perché, ha voluto specificare rispondendo a una sollecitazione di Pompignoli, la "revisione degli Atc è possibile con un atto amministrativo e non serve quindi la modifica della norma".